di Marco Santamaria –
Un labirinto di canali copre circa un quarto della superficie di Amsterdam, piu’ o meno un centinaio di chilometri di vie d’acqua, oltre 1700 ponti e 2500 houseboat. I quattro maggiori, il Singel, l’Herengracht, il Keizersgracht e il Prinsengracht, costeggiati da meravigliosi edifici costruiti a partire dal sedicesimo secolo per ospitare residenze di lusso e i magazzini dei mercanti dove erano stipate merci e prodotti provenienti da tutto il mondo. Una passeggiata a piedi lungo i canali, o meglio ancora a bordo di uno dei battelli che li solcano, permette di godere dell’atmosfera di tranquillità che li caratterizza e di ammirare i diversi stili delle facciate dei palazzi, tra le quali spiccano quelle costruite durante il Secolo d’Oro quando l’Olanda dominava incontrastata il commercio internazionale.
La conferma che le due ruote sono una cosa seria per gli abitanti di Amsterdam l’ho avuta durante il percorso in treno verso la Stazione centrale. Dalla periferia verso il centro piste ciclabili frequentatissime e nel cuore della città, a pochi passi dalla Central Station, un enorme parcheggio multipiano. Perche’ stupirsi di un parcheggio multipiano in centro città? Perché non ospita neanche un’automobile! E’ esclusivamente dedicato ai ciclisti che qui hanno l’opportunità di parcheggiare i loro mezzi in tutta sicurezza. I tre piani possono ospitare 2500 biciclette ma sono così densamente popolati di ruote, pedali, forcelle da far pensare che ne riescano a contenere molte di più.
Confesso che nei primi giorni di permanenza ad Amsterdam, io, incallito scooterista, abitante della Città eterna dove le piste ciclabili sono rare, strette, periferiche e seminascoste, mi sono più volte ritrovato per errore ad intralciare le aree destinate alle biciclette.
Le ciclabili di Amsterdam sono percorse da un popolo variegato: bambini che vanno a scuola, lavoratori, direttori di banca, agenti di polizia, postini, corrieri, anziani, giornalisti, attori della tv e pop star. il Sindaco di Amsterdam e i suoi collaboratori si recano al lavoro in bici e anche i membri della Famiglia Reale, con Re Willem in testa, spesso fanno lunghe pedalate in città. Tutti abilissimi ciclisti, li vedi passare con le borse laterali stracolme di oggetti, con bambini sulla schiena, con un mazzo di fiori in una mano, un quadro ritirato dal corniciaio, i contenitori take away con la cena acquistata in un ristorante di cucina surinamese. Il sabato sera per recarsi al cinema, a teatro o all’opera, cambiano gli abiti ma non il mezzo. Signore in tailleur e uomini in giacca e cravatta arrivano in bici al palazzo dove si esibisce la Royal Concertgebouw Orchestra o al Muziektheater.
Per gli abitanti di Amsterdam viaggiare in bicicletta è una scelta logica in quanto la città è più adatta al trasporto su due ruote che in auto. Questo perché il centro della città è stato progettato nel 17 ° secolo per i pedoni e carri trainati dai cavalli. La bici e’ più conveniente, più veloce, più sana e rispettosa dell’ambiente ma la sua diffusione si deve al fatto che Amsterdam è una città piatta e compatta. La distanza massima nel centro città è di circa 5 chilometri, che è un comoda distanza da percorrere in bicicletta. Nel complesso, Amsterdam ha 513 km di piste ciclabili dedicate oltre ad alcuni ponti speciali riservati ai ciclisti che accorciano notevolmente i percorsi. Naturalmente si trova ad Amsterdam il ponte ciclabile più lungo del mondo: e’ il Nescio Bridge costruito nel 2006 per attraversare il canale Amsterdam-Reno è lungo 780 metri e congiunge il centro città con l’isola artificiale di IJburg.
Ad Amsterdam la bicicletta è un mezzo popolare già dal 1900 e le due ruote sono sempre state parte della cultura dei cittadini. Grazie allo spirito egualitario che li contraddistingue gli abitanti della città non hanno mai considerato l’umile e faticosa bicicletta un mezzo destinato alle classi sociali meno abbienti e inappropriato per le classi agiate.
Di bici, in strada o parcheggiate “a mucchi” lungo i canali, se ne vedono di tutti i tipi: ci sono modelli per bambini, adulti e professionisti, tandem, bicitaxi e i caratteristici Bakfiets, una specie di triciclo con un grande cassone anteriore che un tempo veniva utilizzato per il trasporto delle merci ma oggi rappresenta un ottimo modo per portare a spasso tutta la famiglia.
E in una città che conta 802 mila abitanti e 881 mila biciclette, dove il 58% dei cittadini fa un uso giornaliero della bicicletta percorrendo un totale di circa 2 milioni di chilometri lungo i 513 km di piste ciclabili dedicate, con 140 negozi di biciclette, 25 fra parcheggi e garage coperti e 225 mila parcheggi in strada e 29 società di noleggio, il visitatore non puoi esimersi dal pedalare per sentirsi veramente parte di Amsterdam.
E’ possibile trovare un noleggiatore in ogni area della città, i piu’ famosi sono YellowBike , Rent -A -Bike e MacBike che affittano ogni tipo di mezzo a pedali per un minimo di tre ore al giorno. Per una giornata intera il costo medio di noleggio è di otto euro. E’ possibile salire con la bici sui traghetti pubblici gratuiti che attraversano il fiume IJ o portarle a bordo dei vagoni del treno e della metropolitana pagando un biglietto supplementare.
E cosi’ ho noleggiato anch’io una bici per entrare in sintonia con gli abitanti di Amsterdam. Ho pedalato con loro, ho sostato con loro per una pausa in un bruin cafe’ o per una crocchetta al volo in un Febo, ho attraversato con loro la galleria coperta che attraversa il Rijksmuseum pedalando tra le arcate neogotiche e le vetrate del museo, ho percorso con loro il Megere Burg, il ponte più famoso della città e chissà quanti altri. Ho ammirato con loro dal sellino della bici la Oude Kerk, la piu’ vecchia chiesa parrocchiale di Amsterdam circondata dalle vetrine a luci rosse, ho attraversato con loro la parte orientale della città, verso l’ Oosterdock, per ammirare il museo della Scienza costruito da Renzo Piano. Ho parcheggiato come loro la mia fiammante bicicletta rossa in un affollatissimo parcheggio lungo l’Herengracht, ma a differenza di loro al mio ritorno ho impiegato molto tempo per capire quale, in quell’ammasso di mezzi a due ruote, tutti senza targa e tutti abbastanza simili fosse la bicicletta che avevo noleggiato.
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