Brasile, un sogno che si avvera

di Ivana –
Tutto pronto per la partenza, io ero pronta da 33 anni.. Tanto era che sognavo un viaggio in Brasile.
Mercoledì 12 giugno:
Arriviamo all’aeroporto di Milano Malpensa poco prima delle 16, perche’ il nostro volo partirà alle 18.30. La compagnia aerea è la TAP, faremo scalo a Lisbona dove passeremo la notte e il giorno dopo partenza per Rio!!
Piera accompagna all’aeroporto me e Maria Teresa, la mia compagna di viaggio.
Tra un caffè molte sigarette, arriva l’ora dell’imbarco.
Un ora e mezza dopo atterriamo a Lisbona.
Che fare? Uscire dall’aeroporto per cercare un taxi che ci porti in hotel?
No, no! Vogliamo risparmiare il più possibile, perché tutto ciò che risparmiamo ora, lo potremo spendere in Brasile!
E allora, ecco a cosa ci serviranno i sacchi a pelo che abbiamo portato.
Individuo subito all’interno dell’aeroporto una saletta con gli aspiratori: ecco dove passerò una grossa parte della notte: nella saletta fumatori!!
Intanto cerchiamo anche un buon posticino dove “accamparci”. Dopo aver scartato varie zone, troviamo due panche vicine.. Perfette, peccato siano dure come l’acciaio.. bè, sono di acciaio!! Va bè, senza lamentarci, le prendiamo a prestito per la notte. Allora cominciamo ad aprire i sacchi a pelo, il cuscino con copertina “omaggio” del volo appena effettuato e i cuscinetti gonfiabili che aveva portato Mate.. Peccato se ne trovi solo uno, l’altro deve essere nei bagagli già imbarcati per Rio. Ci arrangiamo con ciò che abbiamo e cerchiamo di rendere le panchine il più comode possibile. Sono le 23 circa quando ci infiliamo nei sacchi a pelo e.. boa noite!

Mi sveglio di botto pensando di aver dormito troppo.. saremo in tempo per il check-in? E mi accorgo che è passata solo un ora!
Siccome ormai sono sveglissima, mi dirigo al bagno e alla saletta fumatori, dopo essere passata al bar che rimane aperto tutta la notte per un caffè.
Dopo un po’ si sveglia anche Mate: le panche sono durissime, l’imbottitura del sacco a pelo non basta.. Decidiamo allora di dormire a turno e ognuna di noi metterà sotto al corpo anche la roba dell’altra. Un’ ora e mezza di sonno ciascuna.. ok, comincia Mate, mentre io vagabondo per l’aeroporto che ormai conosco a menadito. Pure la ragazza del bar, situato di fianco alla saletta fumatori, mi sorride come se ci si conoscesse.. Poi cambio e dormo io.

Giovedi 13 giugno:

Colazione con baguette imbottita di prosciutto e formaggio: deliziosa!
Poi caffè e sigaretta e puntatina al bagno per il restauro.
Pronte per fare il check-in ed imbarcarci.
Ci aspetta un volo di otto ore, ma un po’ dormendo, un po’ parlando, un po’ mangiando, le ore passano. Si comincia a vedere Rio profilarsi tra le nuvole..
Mio Dio, siamo in Brasile!!! Atterraggio perfetto alle 15.35 ora locale e attesa delle valigie.. attendi, attendi, ad un certo punto chiamano Mate dall’altoparlante per comunicare che una delle due valigie è rimasta a Milano: la mia!
Vabbè, non mi faccio rovinare la vacanza da una valigia. Usciamo dall’aeroporto e prendiamo un taxi che ci porta all’hotel: Hostello Cidade Maravilhosa, nel quartiere di Santa Teresa, in collina.
Notte in camera condivisa più prima colazione per 45 r$ a testa. La camera ha tre letti a castello, ma sono tutti vuoti. Ne occupiamo uno: io sopra, Mate sotto. Il sonno non tarda ad arrivare e noi lo accogliamo riconoscenti.

Venerdi 14 giugno:

Mi sveglio al mattino per andare in bagno e mi accorgo che durante la notte i letti sono stati occupati tutti. Uno da due ragazze brasiliane e uno da due ragazze americane: una di New York e una di Los Angeles.
Scendiamo per la colazione e poi riprendiamo il taxi per l’aeroporto. Nel tragitto c’è foschia, quindi non riusciamo a vedere il Corcovado e il Pan di zucchero. Allora prendiamo il volo interno da Rio a Sao Paulo e poi da li a Campo Grande, nel Mato Grosso del sud, dove ci aspetta la nostra amica Eliene con suo figlio Olavio, che ci ospiteranno per nove giorni.
Ci portano nel centro della città e ci chiedono se abbiamo fame.. Bè, fame è una parola grossa, ma qualcosa metteremmo volentieri sotto i denti..
Parcheggiamo l’auto e camminiamo in centro, facendo foto più o meno a qualsiasi cosa. Molto bella la citta, molto viva e molto giovane. Raggiungiamo una sorta di bar-tavola calda dove Eliene e suo figlio sembrano essere di casa e ordiniamo dei panini incredibilmente buoni e gustosi accompagnati dal mitico e da me adorato guaranà!
Intanto decidiamo che fare dopo: dovremmo andare a trovare un amico di Mate di nome David Cardoso. Lui è stato un attore famoso di novele e di film hard e io ho sempre avuto ammirazione per lui, quindi sono emozionata al pensiero di conoscerlo, perché oltre che un bravo attore è stato anche un bellissimo ragazzo. Eliene, che è in contatto con Romilde, la moglie di David, ci dice che li possiamo raggiungere direttamente a casa loro.
Vivono in una località ad una mezz’ora d’auto da Campo Grande.
Allora ci mettiamo in viaggio pregustando questo incontro con David.
Ottima persona, ottima famiglia: loro hanno un ragazzino di 11 anni, Oswald, deliziosamente educato e simpatico che fa subito amicizia con Olavinho.
Anche David e sua moglie sono persone splendide, ci offrono un aperitivo e si informano sul viaggio e sui nostri programmi futuri.
Mate dice loro che il lunedì dopo ci raggiungerà suo marito per proseguire insieme il viaggio e loro ci invitano a cena da loro lunedì sera per la proiezione di un film di David, un churrasco e dopo ci possiamo anche fermare per la notte.
Naturalmente accettiamo con entusiasmo!
Li salutiamo ringraziandoli di tutto e andiamo a casa di Eliene, nella località di Aquidauana, a 150 km da Campo Grande.

Sabato 15 giugno:

Il fuso orario ci fa aprire gli occhi molto presto: alle 6 siamo due grilli.
In Italia è mezzogiorno.. Facciamo colazione e quattro chiacchiere con Eliene.
Lei non parla l’italiano (dice), così ci sforziamo di parlare portoghese. Mate è bravina, io un po’ meno ma riusciamo comunque ad intenderci.
Un po’ azzecchiamo le parole, un po’ con l’aiuto del vocabolario portato dall’ Italia e un po’ a gesti (alcuni internazionali).
Purtroppo oggi piove, che peccato.. Il cielo è tutto grigio e nella notte c’è stato anche il temporale. Qui la terra è rossa e appena piove si trasforma in un pantano.. Per forza, siamo in Pantanal! Il corriere recapita la mia valigia a casa di Eliene, finalmente!
Pranzo a base di carne alla brace cucinata da Dicson, il suo compagno. Che buona!! Nel pomeriggio facciamo un giro ad Aquidauana e scattiamo un po’ di foto. Bella cittadina, molto colorata.. I colori sono una prerogativa del Paese intero.. Variopinte le case, tanto verde intorno e mucche a non finire coi loro manti a volte bianchi, a volte bruni.
Ad Aquidauana ho sentito quel pomeriggio per la prima volta parlare dei Jacarè, sarebbero i cugini dei coccodrilli e non è raro trovarseli per strada!!
La sera una cena leggera e a nanna presto, sempre per colpa del fuso orario.

Domenica 16 giugno:

Bom dia! Altra acqua durante la notte, poi nel corso della mattinata smette.
Oggi andremo dalla famiglia di Eliene, che abita a Guia Lopes, un 150 km da Aquidauana. Foto su foto durante il viaggio. Mio Dio, quanto verde e quante mucche! Qui intorno è pieno di Fazende con mucche al pascolo.
Arriviamo dalla madre di Eliene e conosciamo anche le sue sorelle, suo fratello, la nonna, cognati, nuore e nipoti. Gente splendida e posto da favola.
E’ il compleanno del figlio maggiore del fratello di Eliene che abita lì accanto e sta preparando un churrasco, che io assaggerò per la prima volta.
Il profumo della carne in cottura ci inebria e risveglia i nostri stomaci.
Scattiamo qualche foto in giardino ad animali (tucani su un albero e un coniglietto domestico dolcissimo) e a piante da frutto (frutta a noi sconosciuta): Acerola, simile ad una ciliegia ma con dentro svariati piccoli semi, Poncan, simili ai nostri mandaranci e deliziosi e poi banane molto più tozze rispetto a quelle che conosciamo noi e dolcissime.
Prendiamo posto a tavola per il pranzo a base di carne sulle spade, farofa, riso, insalata mista, una specie di torta salata con sopra fettine di uovo, varie salse e poi il dolce: pan di spagna con vaniglia e sopra grosse scaglie di cioccolato bianco. Ho fatto il bis della torta, contrariamente alle mie abitudini, perché era una delizia!
Nel pomeriggio altre foto a tutto ciò che l’occhio della fotocamera può arrivare. Rimango piacevolmente sorpresa dall’accoglienza di queste persone: ti aprono la porta di casa, ti parlano e ti abbracciano come se ti conoscessero da sempre. Noi europei siamo gelidi al loro confronto.
Io mi lascio abbracciare senza problemi, perché adoro questo tipo di contatto. Nel pomeriggio accompagnamo a casa la sorella di Eliene. Vive in una piccola fazenda (qui le chiamano “sitio”), ci sono mucche e galline: diamo loro da mangiare e le immortaliamo con la nostra fotocamera.
Nel viaggio di ritorno ci piomba addosso la stanchezza dovuta anche all’abbuffata, tanto che non pensiamo neanche di cenare e ci infiliamo direttamente sotto le coperte.

Lunedì 17 giugno:

Dopo la colazione partiamo per l’aeroporto di Campo Grande: oggi arriva Alexandre, il marito di Mate. Lui era a Curitiba per il matrimonio della sua figlia maggiore. Insieme ad Ale arriva anche il sole, finalmente! Il cielo è azzurrissimo. Alle 13.30 atterra l’aereo e Ale è finalmente con noi per continuare insieme l’avventura. Andiamo in un centro commerciale per fare un giro e mangiare qualcosa. Poi la sera saremo ospiti da David.
Alle 17 arriviamo a casa dell’attore. Ci offre da bere, ci presenta le sorelle che sono semplici e simpatiche come lui, ci mostra le locandine dei film che ha girato (scopriamo che ha lavorato anche con grandi nomi del cinema italiano: Vittorio De Sica, Sophia Loren, Marcello Mastroianni e addirittura Anna Magnani), poi ci porta in una grande sala del piano superiore dove alla parete c’è un mega schermo per la proiezione del film “Seduçao”.
Visioniamo il film che naturalmente è in portoghese, ma riesco lo stesso a capire quasi tutto. Film piacevole e scorrevole. David ci offre uno stuzzichino come aperitivo: sopa paraguaia, che a me ricorda un po’ la polenta.
Alle 20 tutti al grande tavolo di legno in giardino per il churrasco. Buona la carne, accompagnata dall’immancabile riso e da insalata, una torta salata e poi il gelato. Finiamo con un caffè niente male. Piacevole chiacchierata tutti insieme, con David che tiene banco (e’ lui l’attore e quindi è abituato a tenere l’attenzione su di sé). Ci racconta aneddoti e retroscena legati ad attori con cui ha recitato e a lavori a cui ha preso parte. Eliene non si ferma per la notte, perché il giorno dopo suo figlio va a scuola, quindi alle 22.30 ci salutano e se ne vanno.
David e Romilde ci mostrano le camere che ci hanno assegnato: a me cede la sua camera Oswald, un bambino dolcissimo.

Martedì 18 giugno:



Tanto per non smentirmi, alle 6 apro gli occhi. La mia finestra dà sul giardino, dove c’è già movimento: c’è un lavorante che sta lavando il pick-up rosso fuoco di David, poi scorgo David che si muove con un energia che gli invidio e vedo anche Romilde che sta uscendo per andare al lavoro: fa l’ insegnante.
Dopo essere stata in bagno, incrocio David che mi porta in cucina per la colazione, dove ci raggiungono anche Mate e Ale e mangiamo tutti insieme.
Raduniamo le nostre cose e ci prepariamo, perché sarà David col suo pick-up che ci riporterà ad Aquidauana.
Per strada David ci racconta un po’ di aneddoti e storie curiose sui vari luoghi che percorriamo. Ad esempio la storia del giapponese Onoda, che rifiutava di credere che la seconda guerra mondiale fosse finita e non si voleva arrendere. Quando sentiva arrivare qualcuno si rifugiava su un albero e una volta ci rimase per alcuni giorni. Lui raggiunse il fratello che viveva in Brasile per sfuggire alle pressioni da parte dei media.
Arriviamo ad Aquidauana dove ci aspetta Eliene. Ringraziamo e salutiamo David, con la promessa di pensare alla sua proposta: passare l’ultima notte nel Mato Grosso all’interno del suo sitio.
Andiamo a casa per il pranzo e poi nel pomeriggio uno spiacevole cambio di programma: saremmo dovuti uscire a fare foto, ma invece io e Mate rimaniamo a casa, mentre Eliene riaccompagna Ale all’aeroporto, perché per motivi personali deve tornare a Curitiba.
Nel frattempo io e Mate ne approfittiamo per fare il bucato.
Cena a base di torta di banane, biscotti, crackers e succo e a nanna.

Mercoledì 19 giugno:

Oggi sveglia alle 6, perché Eliene ha prenotato per noi un escursione. Alle 7 partiamo per una località di nome Miranda, dove c’è la sede dell’organizzazione che si occupa delle escursioni. Ci offrono la colazione, paghiamo un anticipo sull’escursione pari al 20% e poi ci indirizzano alla Fazenda San Francisco, che è il luogo dal quale partirà la gita. Dopo 30 km su strada asfaltata e 6 su sterrato, arriviamo all Fazenda e comincia a piovere! Ma che cavolo!! Il posto è molto bello e ancora una volta siamo stupefatte dall’infinità di verde.. Verde dappertutto: quanto ossigeno!
All’interno della Fazenda c’è un osteria, un bar, i bagni, la reception, un negozietto di souvenir e un piccolo museo. C’e’ un grande cartello appeso dove sono segnate tutte le specie che si possono incontrare. Leggo con stupore e mi preparo psicologicamente all’incontro con i famosi Jacarè, perche’ ne ospitano più di 300..
Nel cortile vediamo un paio di gru e gli arara: quei bellissimi pappagalli multicolor.
Partiamo in jeep con una guida che ci porta a raggiungere un autocarro dove sul retro, seduti su panche, ci sono già altri turisti.
Cominciamo il giro su questo carro in mezzo al verde di questa bellissima riserva e riusciamo a vedere diverse specie di uccelli, tra cui Jaburu, Gaviao, Martin pescador, Garça, Tuiuiu e poi logicamente gli attesissimi Jacarè. Alcuni superano abbondantemente i due metri.
Ritorno alla fazenda, pranzo self service: riso, fagioli, zucchine accomodate che mi ricordano quelle di mamma, carne buonissima e guaranà a volontà.
Poi relax in giardino, foto con i pappagalli e seconda parte dell’escursione: l’autocarro ci porta a prendere un battello. Intanto ricomincia a piovere con tutti gli onori: arrivano secchiate d’acqua e in cinque minuti siamo zuppe.
Naturalmente il tempo avverso non ci scoraggia neanche un pò e non smorza il nostro entusiasmo. Vediamo altri Jacarè che si avvicinano al battello, forse sperando in un boccone prelibato.. che so, un braccio, una gamba… Riusciamo a vedere anche la onça pintada: si tratta di un felino che ricorda un po’ un leopardo, ma più piccolo. Abbiamo avuto fortuna: la riserva ne ospita solo due e quindi non è facile avvistarli.
Mentre ci avvicinavamo a me sembrava finto: “E’ un peluche, un grosso peluche”, perché era immobile. Poi ha sbadigliato e… emozionante!
Ritorno alla Fazenda, spuntino con brodo di pesce (che io evito), pop corn, pizza, torta succhi e caffè. Nel frattempo ha smesso di piovere e il sole del tardo pomeriggio fa capolino. Alle 17 prendiamo l’auto per rientrare, ma ci fermiamo pochi metri fuori dalla Fazenda per altre foto, perché prima vediamo un capivara sul ciglio della strada e poi seguiamo una mandria di buoi con i vaqueiros che li guidano a destinazione e per finire bene la giornata, avvistiamo l’arcobaleno prima e un bellissimo tramonto subito dopo.
Al ritorno da Eliene facciamo uno spuntino a base di crackers biscotti e succo di naranja, doccia e letto. Giornata piena di emozioni.. Boa noite!

Giovedi 20 giugno:

Indovinate a che ora mi sono svegliata? Risposta esatta: alle 6.
Eliene porta il figlio a scuola e torna a letto, Mate non si è ancora vista e io sono in veranda a scrivere questo racconto in compagnia delle mie sigarette e dei due cani di casa: Majuh e Bahuan. Oggi abbiamo in programma un uscita qui ad Aquidauana per varie spese, tra cui il mio tabacco che sta finendo. Quindi verso le 11 raggiungiamo il centro, andiamo al supermercato dove io faccio incetta di crackers “aguia-salt” da portare in Italia perché mi fanno impazzire. Andiamo poi dal ferramenta/droghiere/ tabacchino dove trovo 45 gr. di tabacco a 3,00 R$ e faccio scorta!
Pranziamo a casa con salsiccia, arrosto, farofa riso e fagioli, riposino e poi alle 16 Eliene ci porta in un altro posto molto carino dove ci sbizzarriamo con le foto: un km di sentiero in parte ghiaioso per arrivare in riva ad un torrente che prende il nome dalla cittadina. Molte foto sulla spiaggetta, sui grossi massi e intente a guadare saltando da una pietra all’altra. Eliene ci mostra un monte chiamato dai locali “chapeau”, perché la sua forma ricorda un cappello messicano. Torniamo a casa quando ormai è buio pesto. Due chiacchiere con biscotti torta e succo e giovedi se ne va..

Venerdi 21 giugno:

Bom dia! Colazione e cazzeggio in veranda. Oggi c’era in programma un’altra escursione, ma è tutto rimandato al giorno dopo perché tanto per cambiare piove e si è anche abbassata di molto la temperatura. Oggi c’è la signora che viene ad aiutare Eliene: si chiama Marlene e io mi metto subito alle sue costole, perché dopo aver stirato, si metterà ai fornelli per preparare un classico pranzo alla brasiliana e io voglio guardare ed imparare, perciò lei cucina ed io prendo appunti.
Sul menù di oggi: 2 tipi di farofa, riso, fagioli scuri con aglio e, in omaggio a noi, un meraviglioso pasticcio di maccheroni (le nostre tagliatelle).
Dopo aver mangiato come se non ci fosse un domani e dopo un graditissimo caffè, usciamo per negozi di souvenir e, dietro mia insistente richiesta, per andare al supermercato a comprare riso, fagioli e preparato per farofa da portare in Italia, per mettere poi in pratica ciò che ho imparato da Marlene.
Altre foto a quelle buffe e colorate e stranissime cabine telefoniche a forma di animale e rientro a casa, dove ceniamo con l’avanzo dei maccheroni riscaldati (ancora più buoni). Un occhiata alla tv, dove la fanno da padrona le novele delle 18 delle 19 e delle 20 su Rede Globo e poi.. vamos descansar.

Sabato 22 giugno:

Partenza alle 7 per raggiungere la località Bonito, dove si trova “Ilha Bonita”, una struttura che ospita diversi tipi di attrazione: visita al parco per vedere gli animali, tra cui l’anaconda e l’onça pintada e poi ci sono grotte da visitare, un escursione in barca per visionare i pesci e altri percorsi che però vista la stagione non sono appropriati. Noi abbiamo scelto la visita alla “Gruta Sao Miguel” e l’escursione in barca, per un totale di R$ 156 a testa, circa 70 euro. Quindi, corredate di elmetto, cominciamo il percorso che ci porta alla grotta: 3 lunghi ponti in legno sospesi che oscillano sotto di noi. Chepppaura!! No, invece è divertente. Dopo i primi tre ponti, un percorso sterrato cosparso di pietre di varie dimensioni e poi uno slargo con una sorta di finestra naturale che si affaccia sulla grotta: l’ideale per sbizzarrirsi con le foto. La guida ci spiega un po’ di cose su questa grotta e sull’ altra: “Gruta do lago azul”, che è più grande. La grotta è molto suggestiva e piena di formazioni calcaree. In questa grotta, a differenza delle altre che ho visitato in altri viaggi, ti lasciano fare foto col flash. Sentiamo uno strano rumore provenire da un anfratto: è un barbagianni che, indubbiamente disturbato dalla nostra presenza, soffia come un gatto. Lo lasciamo in pace e proseguiamo. La grotta ha un percorso circolare, l’uscita è da un’altra parte rispetto all’entrata, quindi, dopo aver ringraziato e salutato la guida, seguiamo il sentiero tra gli alberi che ci riporta alla struttura, al parcheggio e quindi alla nostra auto.
Seguiamo le indicazioni per raggiungere la struttura della seconda escursione da noi scelta: l’uscita in barca. Mentre la raggiungiamo sbocconcelliamo i panini che avevamo portato. E’ sempre piacevole guardare fuori dal finestrino: intanto la città di Bonito è proprio bonita e poi mi piace vedere tutto questo verde, questi alberi, per non parlare delle mucche.. Un infinità, ovunque si guardi è tutta una macchia bianca o bruna, a seconda del colore del loro manto. Sono mucche al pascolo delle varie Fazende che andiamo ad incontrare. Qui nel Mato Grosso del sud non ci sono Fazende di caffè, come nello stato di Sao Paulo. Qui le Fazende producono mais o miglio. Infatti incontriamo lunghissimi campi di mais, sembra, a tratti, di essere nei pressi di casa mia, dove ci sono molte coltivazioni così.
Arriviamo alla struttura, ma prima di poter cominciare anche solo a guardarci intorno, Eliene riceve una telefonata con una spiacevole notizia. Tutto annullato, per problemi suoi personali, torniamo di corsa ad Aquidauana.
Cena leggera e poi subito a letto..

Domenica 23 giugno:

Sveglia alle 4 per raggiungere l’aeroporto di Campo Grande, da dove raggiungeremo Curitiba passando per Sao Paulo. Il decollo è previsto per le 8.55. A Curitiba ci ricongiungeremo con Alexandre e proseguiremo con lui la vacanza. Spuntino sull’aereo a base di biscotti e succo d’arancia.
All’arrivo a Curitiba Ale non c’è, scopriamo dopo che arriverà in ritardo a causa di alcune manifestazioni che hanno rallentato il traffico.
Aspettando, fermiamo l’appetito con un gustoso panino a base di carne.
Arriva Ale, ritiriamo l’auto a noleggio che avevamo prenotato dall’Italia, una Celta della Chewrolet. Decidiamo di passare dai genitori di Ale per salutarli.
Abitano in una località sul mare che si chiama Paranaguà, graziosa cittadina molto viva, molto verde e piena di negozi e casette carine. La madre e la sorella di Ale, Ana Paula ci aprono la porta della loro casa con estrema cordialità e decidiamo di fermarci per la notte, perché ormai il sole sta tramontando. Saltiamo la cena e decidiamo di provare a stenderci: Ale è influenzato, ha una tosse che non gli dà tregua e io e Mate siamo parecchie provate dalla levataccia e dai viaggi. Morale: alle 20.30 ora locale siamo a letto. Io, visti i precedenti, immagino di aprire gli occhi in piena notte e non riuscire più a dormire, ma mi devo ricredere, a quanto pare il fuso orario è finalmente entrato in me, perché mi sveglio il mattino dopo alle 7.30! Ho dormito quasi 12 ore, non ci posso credere!

Lunedi 24 giugno:

Ha piovuto tutta la notte e sta piovendo ancora. Beviamo caffè e latte e aspettiamo Ale che è andato dal dottore perché ha tossito tutta notte.
Finalmente arriva: 39 di febbre e inizio di polmonite! Povero Ale. Io e Mate prendiamo l’auto e andiamo ad un internet point, perché dalla casa non riusciamo a collegarci per chiamare l’Italia. Parlo a volontà con mamma e con Piera. Ci voleva, per ricaricarmi lo spirito.
Torniamo e il pranzo è pronto: la madre di Ale ci ha cucinato spaghetti con sugo di carne. Ottimi! Poi un bel caffè e relax. Siamo indecise se partire oggi per Sao Paulo, ma decidiamo di dare ad Ale il tempo di ristabilirsi un po’. Intanto continua a piovere. Uff..
Nel pomeriggio facciamo un salto ad Ipanema, paesino vicino, a caccia di souvenir, ma non troviamo nulla di caratteristico, solo articoli che si trovano anche in Italia. Poi facciamo una passeggiata sulla spiaggia: molto carina. Prima di arrivare in spiaggia, vediamo una mucca che bruca l’erba, a 10 passi dalla spiaggia! La fotografiamo, è una scena molto caratteristica.
Ritorno verso casa per la cena e piove! Siccome è presto, prendiamo l’auto e andiamo verso Cuiabà. Sono tutti stabilimenti balneari, uno appresso all’altro. A Cuiabà vediamo un baretto e decidiamo di mangiare qualcosa. Ordiniamo un piatto unico da dividere in tre: fette di pane con hamburger, cipolla, salsiccia, verdura e formaggio. Squisito! Lo abbiamo accompagnato con una caraffa di spremuta d’arancia naturale buonissima. Abbiamo mangiato e bevuto in tre spendendo 10 R$ a testa, circa 4 euro. Torniamo verso casa, un po’ di tv, perché stasera su Rede Globo inizia una nuova novela con Fernanda Montenegro dal titolo “Saramandaia” e poi a letto. Boa noite!

Martedi 25 giugno:

Ci svegliamo verso le 8 e anche stanotte sono riuscita a dormire ben nove ore! Una tazza di caffè e siamo pronti a vivere questo Martedi. Portiamo la mamma e la sorella di Ale a Paranaguà a fare una gita e offriremo loro il pranzo per ringraziare dell’ospitalità. Oggi non piove, ma comunque il cielo è tutto grigio. E’ meno freddo rispetto a ieri e questo è già un passo avanti. Ale, grazie alla cura che sta facendo, sta molto meglio e abbiamo deciso di partire nel pomeriggio per Sao Paulo. Dopo una breve passeggiata in questo altro paesino molto carino e caratteristico, andiamo a mangiare in un self- service dove c’è una gran varietà di cibo. L’appetito non ci manca, quindi ci riempiamo il piatto fino all’inverosimile. Riso, farofa, carne, pesce, pollo, patate.. Tanto da fare schifo!! Spendiamo 150 R$ in 5, circa 10 euro a testa.
Poi un salutino ad una zia di Ale che abita lì vicino. Questa simpatica signora di 75 anni ha una particolarità: il mese scorso si è lanciata col paracadute! E non è finita: ha in programma a breve di lanciarsi col deltaplano. Salute signora! Accompagnamo a casa mamma e sorella e carichiamo in auto le valigie, perché è proprio tempo di partire per Sao Paulo. Appena partiti comincia a piovere. Sembra proprio che la pioggia ci voglia accompagnare per tutto il nostro viaggio! La strada è lunga e non bellissima. Ale guida, io gli faccio da secondo pilota e Mate canta a squarciagola sul sedile dietro.. Chepppaura!! Capiamo che non riusciamo a raggiungere Sao Paulo stasera: la strada è invasa di tir che TIRano come pazzi, in più piove costantemente e per finire, alle 17 è già buio pesto. Decidiamo di fermarci a Registro, più o meno a metà strada tra Curitiba e Sao Paulo Troviamo un hotel che si chiama “Gran valle” che ci propone una stanza a tre letti a R$ 150. Va bene.
Scarichiamo i bagagli sotto la pioggia e saliamo in camera: spartana, semplice, ma il posto è tranquillo. Doccia, un po’ di tv e internet e poi a nanna.

Mercoledi 26 giugno:

Feliz anniversario pra mim! Oggi è il mio compleanno e oggi vedrò per la prima volta Sao Paulo, che sogno da sempre. Colazione ricca e abbondante al ristorante dell’hotel, dove Mate e Ale intonano la canzoncina di buon compleanno in portoghese per me. Dopodichè, in marcia verso Sao Paulo.
Man mano che mi avvicino cresce in me la gioia che scoppia in tutta la sua profondità quando vedo spuntare all’orizzonte i primi grattacieli.. Un sogno che si avvera dopo tutto quel tempo ti lascia.. svuotata! E’ così che mi sento.. Appena abbiamo la possibilità di accostare, mentre i miei compagni di viaggio sono distratti, lascio libero sfogo a qualche lacrimuccia, dopodiché… canto tutti i loro nomi, come mi ero ripromessa di fare, come Roland di Gilead quando raggiunse la Torre Nera…
Forse guidati dalle mie vibrazioni, riusciamo subito a raggiungere il quartiere di Morumbi, una delle tappe che volevo fare e subito troviamo Rua Radiantes, dove ci sono gli studi televisivi della Bandeirantes. Ci passiamo davanti ma non troviamo parcheggio. Siccome sono già le 14 passate, decidiamo di tornare dopo aver mangiato qualcosa. Troviamo un posto che si chiama Fazenda: è una specie di self service dove si trovano piatti pronti dolci e salati che si possono mangiare sul posto o portare via. Due piatti a testa con carne e pesce e poi succo e caffè. Poi torniamo in Rua Radiantes, parcheggiamo e raggiungiamo gli studi. Purtroppo non si possono visitare, bisognerebbe chiamare un agenzia e prenotare una visita, ma i tempi di attesa non sono velocissimi, quindi ci accontentiamo di fare qualche foto lì davanti. D’obbligo la foto davanti al logo della tv: un occhio oblungo.
Poi giretto per questo quartiere che vanta delle bellissime villette e poi verde, verde dappertutto.. Qui la vita deve essere piacevole..
Riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso il centro, che ci accoglie con i suoi mastodontici grattacieli. Ibira Puera, Faria Lima, Avenida Paulista, Rua Augusta.. Giriamo, giriamo e a me gira la testa dalla gioia! Vie belle, vive, colorate, piene di negozi, grattacieli e storia.. Sapevo che Sao Paulo non mi avrebbe deluso: è meravigliosa!!
Purtroppo non riusciamo a parcheggiare e a scendere dall’auto, perché l’influenza che fino a ieri aveva Ale, ora ce l’ha Mate! E’ febbricitante e allora decidiamo, siccome sta pure piovendo, di metterci in viaggio verso Rio.
Ma tanto io a Sao Paulo ci ritornerò! Sosta per un caffè e poi via..
Ci fermiamo a 20 km circa da Rio per cercare un hotel dove passare la notte. Dopo averne scartati alcuni perché troppo cari (in uno addirittura non abbiamo nemmeno avuto il coraggio di entrare a chiedere, perché ci intimidiva solo a guardarlo, aveva lampadari da mille e una notte, del tenore della scena finale della “Guerra dei Roses”, ricordate?).Troviamo quello giusto nella cittadina di Taubatè, Hotel Prisma, 190 R$ una camera con tre letti. L’hotel è molto carino, migliore di quello della sera prima.

Giovedi 27 giugno:

Colazione più ricca che mai e partenza per Rio de Janeiro, la Cidade Maravilhosa. Le meraviglie della città ci attendono.
Ci mettiamo in strada senza fretta: vogliamo assaporare ogni attimo di questa vacanza. Optiamo per la strada normale, anziché l’autostrada, in questo modo possiamo vedere località che sappiamo vale la pena ammirare: Paraty e Angra dos reis, entrambe sul mare, da lasciare assolutamente senza fiato. Non so come mai, ma da quando sono in Brasile continuo a bearmi di tutto! Che gioia, che spettacolo per gli occhi, che scorci fantastici, che panorami da far invidia alle cartoline più belle!
Nemmeno il contrattempo della strada con lavori in corso riesce a scalfire il mio entusiasmo: ad un certo punto troviamo degli operai con ruspe e dobbiamo prendere una deviazione. Solo che non c’è scritto e nessuno ci dice in che condizioni sia la strada alternativa.. un vero e proprio rally, ma senza la macchina giusta! A parte le buche, i dossi e le cuneette, la strada è fortemente disconnessa e piena di grosse pietre che sporgono dal terreno e che rischiano di compromettere seriamente il sotto dell’auto a noleggio. Ogni tanto sentiamo rumori sinistri e poco rassicuranti e preghiamo tutti i Santi che non si scassi l’auto. Comunque Ale è un pilota in gamba e riesce ad evitare la maggior parte delle pietre più pericolose. Giungiamo ad uno slargo dove c’è un ragazzino che sonnecchia su un amaca aspettando di vendere le sue bibite e gli chiediamo quanto dura ancora questa deviazione. Due o tre km.. Sono moltissimi su una strada del genere! Comunque in un modo o nell’altro, riusciamo a tornare sulla strada ufficiale.
In Brasile, a bordo strada, nascono spontaneamente le stelle di Natale e noi riusciamo a vederne parecchie.
Saltiamo il pranzo perché ancora sazi della colazione e proseguiamo verso Rio: il Cristo ci aspetta, e non solo! Ci fermiamo per una cena a base di panini in un area di sosta dove ci sono anche alcuni negozietti di souvenir, dove riesco a trovare i regali da portare in Italia che ancora mi mancano.
Caffè, sigaretta, pieno di gasolio e si riparte.
Arriviamo a Rio che ormai è buio da un po’.
Sarà banale dirlo, ma risponde a verità che non dimenticherò mai la vista del Cristo illuminato e nemmeno la sensazione quando ho visto il Pan di zucchero e le spiagge illuminate: il fiato mi è uscito tutto insieme e mi sono ritrovata a boccheggiare. Emozionante non va bene, come non va bene qualsiasi altro aggettivo. L’unica cosa che posso dire è: da provare per capire, altrimenti non è possibile descriverlo.
Se alcune zone di Rio, la periferia ad esempio, sono fatiscenti, il centro è imponente, maestoso.
Quando abbiamo fatto il nostro ingresso in città, ricordo di aver pensato: “Bè? Tutta qui Rio”? Sti cavoli! Quando ho visto il resto, mi sono vergognata di quel pensiero.
Sao Paulo è bella, ed è nel mio cuore per altri motivi, ma Rio è divina!

Il racconto finisce qui. Era in programma di rimanere a Rio fino al 2 luglio, di visitare quanto più possibile, ma è successo un imprevisto che mi ha obbligato a tornare in Italia la sera stessa del nostro arrivo a Rio.
Quindi il Corcovado, il Pan di zucchero, Ipanema, Copacabana e tutte le altre cose belle che anelavo vedere e quindi raccontare, rimangono così: immaginate..
Mi faccio portare dai miei compagni di viaggio all’aeroporto internazionale dove, con l’aiuto di Ale, spiego agli addetti della compagnia aerea che devo anticipare il rientro. Sono fortunata: mi imbarcheranno su un volo che parte da li ad un paio d’ore. Certo, devo pagare una penale di 345 R$, circa 150 euro, ma l’indomani sarò in Italia.
Mi avvertono anche che a causa di uno sciopero potrei non trovare i miei bagagli a Linate, ma è quasi meglio: arriverò a casa leggera, i bagagli me li consegneranno a spese loro a domicilio.
Quindi imbarco le valigie, faccio il check-in e alle 22.30 ora locale, decollo. Dormo praticamente tutta la notte e arrivo a Lisbona il giorno dopo.

Venerdi 28 giugno:

La coincidenza per l’Italia partirà dopo 5 ore, quindi mi armo di santa pazienza e tra bar, sigarette, telefonate agli amici e giri per duty-free, le 5 ore passano.
Alle 19 parto da Lisbona e alle 21.30 circa arrivo a Milano Linate.
Ho anche modo di assistere ad uno stupendo tramonto dall’aereo.
Io e gli altri passeggeri ci dirigiamo al rullo bagagli, ma sono pochi quelli che lasciano l’aeroporto con le loro valigie.
Mi accodo con gli altri allo sportello della Tap per lasciare le mie generalità per la riconsegna dei bagagli.
Ormai è troppo tardi per raggiungere la stazione, non ci sono più mezzi pubblici che possano farmi raggiungere casa mia, quindi dopo aver declinato l’invito di Carlo, un amico disposto a venirmi a prendere, mi organizzo per passare la notte in aeroporto. Le ore passano in qualche modo: il maggior merito va al libro che avevo con me: “Il talismano” di Stephen King. L’ho già letto tre volte, ma ritrovo Jack, il protagonista, sempre con immenso piacere.

Sabato 29 giugno:

Alle 5 apre il bar dentro l’aeroporto ed è con immenso piacere che addento una brioches alla crema e trangugio un cappuccino. Come ci voleva questa colazione per ricaricarmi!!
Alle 6 c’è il primo bus che porta in città e lo prendo fino a San Babila, dove faccio cambio col metrò che mi porta in stazione centrale, dove faccio i biglietti e cambiando due treni arrivo ad Alessandria. Da lì prendo il pullman che mi deposita praticamente davanti a casa.
Qui finisce il mio racconto di viaggio e la mia avventura brasiliana tanto sognata.. Delusione non ce n’è stata, semmai solo un po’ di amarezza perché si è conclusa un po’ prima e un po’ bruscamente.
Ero indecisa se scrivere e soprattutto pubblicare o meno questo racconto, visto il finale, ma poi ho pensato a tutto ciò di bello che ho visto e vissuto, ed è stato molto, e siccome per mia fortuna l’imprevisto che mi ha obbligato ad un rientro anticipato non era nulla di grave, ecco qui il mio racconto..
33 anni di sogno, 15 giorni di realtà.
E se vi va, giocatevi al lotto questo ambo.

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