di Moira e Giovanni –
Finalmente arriva il momento di scegliere la destinazione per il “viaggione” , il nostro viaggio di settembre che in genere ci porta alla scelta di destinazioni piuttosto importanti. Le idee sono tante ma già a febbraio inizia a balenarci l’idea di una meta molto insolita e, possibilmente, in un nuovo continente come l’Asia. Alla fine, complici anche le informazioni reperite alla BIT, scegliamo il Giappone, meta piuttosto insolita e lontana dalle mete turistiche per gli italiani in particolare. Purtroppo a causa dei nostri impegni lavorativi non possiamo muoverci con molto anticipo e non possiamo iniziare la programmazione del viaggio fino al mese di aprile anche se , nel frattempo, continuiamo a reperire tutte le informazioni possibili. E così dalla meta di aprile, appena avuta la conferma delle ferie, inizia il nostro intenso lavoro alla ricerca di tutto ciò che ci può servire per organizzare questo viaggio.
Prima della partenza
Per prima cosa è bene sfatare il mito che il Giappone sia una meta esageratamente cara; complice l’avvento dell’euro ora anche questa meta è più abbordabile ovviamente affidandosi al ” fai da te”. La cosa più importante è muoversi per tempo ed organizzarsi bene prima della partenza viste le difficoltà linguistiche a meno di non parlare il giapponese, ovviamente. Per la ricerca del volo è utile affidarsi alle principali agenzie online e, muovendosi con buon anticipo, è possibile trovare buone offerte sia per voli diretti dall’Italia che in caso di scali nelle città europee. Come comportarsi per gli hotel è una scelta molto personale in quanto il Giappone offre sistemazioni di diverso tipo dai business hotel alle eleganti catene internazionali fino ai tradizionali ryokan dove consiglio di trascorrere almeno una notte per dormire sui futon. Per le prenotazioni si può scegliere di effettuarle direttamente dall’Italia oppure appena arrivati a destinazione approfittare degli efficientissimi Uffici Turistici. Noi abbiamo optato per la prima opzione per le difficoltà linguistiche ed abbiamo spulciato sia nei siti delle diverse agenzie che in quelli degli hotel stessi le offerte migliori valutando posizione dell’hotel e giudizi dei viaggiatori. È stato un lavoro piuttosto intenso ma alla fine ne è valsa veramente la pena perché le scelte sono state azzeccatissime. Il sistema migliore per muoversi al di fuori delle città è il treno che permette spostamenti veloci e non particolarmente difficoltosi. Il servizio ferroviario è garantito dalla JR, le ferrovie giapponesi, che utilizzano treni ad alta velocità come gli Shinkansen od il velocissimo Nozomi. Per il turista la scelta migliore è sicuramente il Japan Rail Pass , un pass acquistabile esclusivamente al’estero che permette di muoversi liberamente su tutta la rete ferroviaria gestita dalla JR. In Italia il Pass è acquistabile in alcune agenzie specializzate per i viaggi in Giappone che rilasciano dei voucher nominali che, una volta arrivati a destinazione, devono essere cambiati negli uffici JR che si trovano sia in aeroporto che nelle stazioni. Nel nostro caso noi ci siamo affidati ad HIS Italia, agenzia specializzata in viaggi in Giappone con tre sedi in Italia. http://giappone.hisitaly.com/ . Esistono diverse tipologie di pass a seconda del numero dei giorni di validità e della classe economica ma comunque tutte le informazioni si possono reperire sul sito delle agenzie addette alla vendita. Utilizzare il treno è piuttosto semplice anche perché in tutte le stazioni le indicazioni sono bilingue e sulle banchine dei binari si trovano addetti pronti a dare informazioni. Altra cosa davvero utile prima della partenza è la programmazione degli spostamenti in treno grazie al sito http://www.hyperdia.com dove è possibile trovare orari, costi e tratte di ciascun trasferimento. È un servizio davvero utilissimo e consiglio di stampare le diverse tratte perché davvero utili anche durante il viaggio. Terminate tutte le prenotazioni continua il nostro lavoro di reperimento di informazioni che però non sono mai moltissime visto che la meta non è molto diffusa. Infine, essendo il Giappone una nazione extraeuropea, preferiamo stipulare anche una assicurazione sanitaria. Come sempre scegliamo Viaggi Sicuri http://www.viaggiaresicuri.it già collaudata nelle vacanze degli anni scorsi e optiamo per la polizza argento senza franchigia per un totale di 110 euro in due.
E fra una cosa e l’altra arriva finalmente il giorno della nostra partenza.
13 settembre
Volo aereo prenotato con Opodo Milano Mxp – Helsinki- Tokyo Narita con Finnair euro 1730,26
Dopo lunghi preparativi ed una intensa estate di impegni lavorativi finalmente arriva il giorno della partenza con non pochi timori soprattutto da parte mia. Non c’è una preoccupazione vera, ma tanti dubbi dovuti al fatto di andare in un paese completamente diverso rispetto a quelli a cui siamo abituati. Ma oramai è fatta … Come sempre arriviamo a Malpensa con un buon margine di tempo e lasciamo l’auto al solito Mxp Parking http://www.mxpparking.com davvero conveniente rispetto a molti altri ( 55 euro per 17 gg). Già al momento del check in siamo già in clima giapponese visto che la maggior parte dei viaggiatori del nostro volo è di origine nipponica. Bevuto l’ultimo caffè il nostro volo in direzione Helsinki parte in perfetto orario . Restiamo davvero molto sorpresi da Finnair, compagnia molto seria e precisa con un ottimo servizio a bordo. Alle 15.00 tocchiamo il suolo finlandese e trascorriamo le due ore di scalo girovagando nell’aeroporto che in alcuni punti richiama addirittura l’Ikea. Alle 17.20 ci imbarchiamo sul nostro volo intercontinentale che ci porterà a Tokyo; siamo davvero fortunati e, grazie al checkin online, ci siamo aggiudicati due posti laterali da soli davvero molto comodi e spaziosi, per me in particolare. Il volo è abbastanza lungo e purtroppo non riusciamo a riposare molto nonostante il volo sia piuttosto tranquillo … vabbè oggi va così .. speriamo solo di riuscire a trascinarci per Tokyo per assorbire il fuso.
14 settembre
Colazione: in aereo
Pranzo: Mc Donald’s 1200 Yen
Cena: ristorante ” Vietnam Alice” Centro Commerciale Lumine 3100 yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi, Shibuya-ku Tokyo
Alle 9.00 ore locali atterriamo in terra nipponica ed inizia così la nostra avventura. Senza nessun problema passiamo la dogana giapponese con tanto di fotografia e rilevamento di impronte digitali e scendiamo al piano inferiore del Narita Airport per cambiare il voucher negli Uffici della JR. Il primo treno disponibile per il centro di Tokyo è alle 10.30 e in circa un’ora raggiungiamo la stazione di Shinjuku passando per la campagna giapponese prima e per la periferia di Tokyo poi. Appena arrivati a Shinjuku scopriamo subito la grande gentilezza dei giapponesi subito pronti a venirci in aiuto appena sfoderata la nostra cartina. Un signore vedendo Giovanni con la maglietta United States ci chiede subito se siamo americani e poi si informa sulla nostra destinazione e ci accompagna sino all’uscita della metro migliore secondo lui. Peccato che sia una delle più lontane … In una decina di minuti arriviamo comunque al nostro hotel dove purtroppo però la nostra stanza è ancora pronta. In attesa della stanza, ci vuole circa un’ora, decidiamo di mangiare qualcosa. Siamo talmente stanchi che decidiamo di non sbatterci molto ed optiamo per un vicino Mc Donald’s dove i prezzi sono decisamente più bassi rispetto a noi scegliendo un menù molto simile a quello scelto da noi. Una breve passeggiata nelle zone circostanti l’hotel e poi finalmente entriamo nella nostra stanza. Ci aspettavamo delle stanze piuttosto piccole visti gli standard giapponesi, mentre, invece, la stanza è abbastanza grande e con tantissimi comfort. Finalmente possiamo anche vedere i famosissimi e tanto citati water giapponesi che Giovanni immortala immediatamente. Una doccia veloce e poi, nonostante non dormiamo da 24 ore, usciamo alla scoperta della città dedicandoci al quartiere di Shinjuku. La nostra prima meta è l’enorme palazzo del Government Office che merita una visita per le sue terrazze panoramiche al 45 piano. La salita alla torri è gratuita e vi si accede dal primo piano e dalle terrazze chiuse da una vetrata si può ammirare tutta la città. La giornata non è limpidissima per cui la visuale non è ottimale anche perché si vede il riflesso del vetro, ma sembra che nelle giornate terse si possa addirittura vedere il Monte Fuji, simbolo del Giappone. Terminata la visita girovaghiamo ancora nella zona ammirando gli enormi palazzoni di vetro ed acciaio tipici delle città moderne e sulla strada del rientro in camera passiamo per la zona ovest del quartiere caratterizzata da numerosissimi negozi di elettronica e dalle sale di pachinko. Ovviamente non possiamo non curiosare nei vari negozi fra cui i famosissimi Yodobashi e Sakuraya che disposti su più piani vendono tantissimi tipi di prodotti. Per cena decidiamo di non andare non troppo lontano e scegliamo un ristorante vietnamita in un vicino centro commerciale. La scelta del cibo, grazie alle fotografie dei piatti, è piuttosto semplice ed alla fine mangiamo davvero benissimo e spendendo una cifra piuttosto bassa ( 22 euro in due!!!!! E dire che pensavamo che il Giappone fosse caro . ). Non possiamo non fare una passeggiata digestiva ed arriviamo sino a quella che viene definita la Times Square giapponese. Come la più famosa newyorkese anche qui è tutto un tripudio di luci, cartelloni pubblicitari e gente in ogni angolo. Purtroppo noi siamo sopraffatti dalla stanchezza ed alle 21.00 rientriamo in hotel.
15 settembre
Colazione: Vie de France Centro Commerciale Lumine http://www.viedefrance.com 700 yen
Pranzo: locale tipico a Ueno 660 yen
Cena: ristorante a Shinjuku 2530 yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi, Shibuya-ku Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Quando ci alziamo stamattina il tempo non è bellissimo ed il cielo di Tokyo è grigio come quello visto in tantissime fotografie sul Giappone. La meta della mattinata è il quartiere di Asakusa, uno dei quartieri più caratteristici e famosi di Tokyo, situato nella parte nord-est della città. Cuore pulsante della zona è il Sensoji Temple a cui si accede tramite la Kaminarimon (Porta del Dio del Tuono), con la sua ampia lanterna di carta rossa, che immette nella strada principale, la Nakamise dori, che conduce al tempio dedicato a Kannon Sama, la dea buddista della misericordia. Da un lato all’altro di questa strada ci sono bancarelle di prodotti tipici: souvenir, vestiti strani, parrucche da samurai, peluche, giocattoli. Anche noi come i veri giapponesi seguiamo le indicazioni per accedere al tempio, ci purifichiamo con l’acqua e scriviamo la nostra preghiera votiva. Non c’è da preoccuparsi su come e cosa fare .. Tutto è indicato da un simpaticissimo fumetto!! Ma non è solo il Sensoji Temple l’attrazione della zona, infatti molto caratteristici sono anche i vicoli tutto attorno con negozi di souvenir e locali tipici giapponesi. Attraverso il ponte sul fiume Sumidagawa arriviamo al palazzo della Asahi, famosissima birra giapponese. I palazzi della Asahi sono due: quello dorato, l’Asahi Beer Tower, dove hanno sede gli uffici, è stato disegnato da Nikken Sekkei e rappresenta un boccale pieno di birra sormontato da due piani di schiuma bianca mentre quello nero, più, basso è l’Asahi Super Dry Hall, progettato dall’arredatore di interni Philippe Stark, e sovrastato da un’enorme fiamma, simbolo ricorrente nei suoi lavori. Molto curioso è il nomignolo che i giapponesi hanno un affettuoso per questa creazione : “kin no unchi ” la cacca dorata! Con la comodissima e piuttosto semplice linea della metropolitana raggiungiamo un altro interessante quartiere di Tokyo: Ueno che insieme al precedente è uno dei più antichi e tipici. La zona sicuramente più interessante e visitata è il parco di Ueno, ma visto che si avvicina l’orario del pranzo decidiamo di fermarci nella zona a sud del parco lungo i binari del treno. Come anche in altri quartieri della città le zona attorno alle stazioni di treni e/o metropolitane non sono affatto deserte o malfamate ma sono piene di negozi e mercatini, dove si acquista a ottimo prezzo sia vestiario che cibo e dove si respira un’aria allegra e confusionaria. Anche qui siamo fortunati e finiamo in un ottimo ristorante dove grazie alle riproduzioni in cera dei piatti, molto tipiche ed utilissime in Giappone, assaggiamo gli ottimi gyoza, ravioli giapponesi. Il primo pomeriggio lo dedichiamo al Parco di Ueno sottovalutato dalla nostra guida ma secondo noi molto bello nonostante non siamo nel periodo dell’Hanami. L’attrazione principale del parco è sicuramente lo zoo il cui simbolo è il panda ma che noi preferiamo non visitare per dedicare la nostra attenzione al parco disseminato di musei e templi di cui alcuni molto belli. Decidiamo di visitare il Tosho-gu , tempio scintoista ad ingresso a pagamento ( 200 yen) che seppur meno maestoso del Sensoji è molto bello. Di questo tempio è possibile visitare sia l’esterno che gli interni ovviamente senza scarpe. Passeggiando ancora per il parco scopriamo anche altri templi ad ingresso gratuito fra cui uno, non lontano dal precedente, con una serie discendente di torii rossi. Da qui arriviamo al Shinobazu no Ike, un laghetto dove si trova anche un altro bellissimo tempio ottagonale il Benten-do circondato da tantissime piante di fior di loto purtroppo già sfiorite. Facciamo una breve pausa in una panchina affacciata su questo laghetto dove è possibile noleggiare anche delle piccole barche alcune anche dalle forme insolite come quelle di un cigno o di una auto. Il contesto del laghetto è davvero molto affascinante perché tutto attorno sorgono palazzi moderni creando un insolito contrasto. Con la metro rientriamo verso Shinjuku dove facciamo una sosta in due zone segnalate nella nostra guida. Prima ci fermiamo a Golden Gai un quartiere molto tipico con un labirinto di locali affiancati l’un l’altro e contraddistinti dalle tipiche lanterne. Passiamo anche per Kabukicho, quartiere a luci rosse della zona con un carosello di centri massaggi, love hotel e locali di vario tipo con insegne al neon e tantissima gente di vario tipo. Per la cena decidiamo di fermarci ancora nella zona di Shinjuku prediligendo la zona ad ovest della stazione. Anche qui ci affidiamo un po’ al caso e scegliamo un ristorante sempre in base alle riproduzioni in cera. Anche qui la scelta è azzeccatissima e mangiamo davvero molto bene scegliendo dei piatti composti. Quando lasciamo il ristorante inizia a piovigginare ma armati di ombrello facciamo una breve passeggiata che ci porta anche ad entrare in una sala pachinko, locale molto amato dai giapponesi. Restiamo nel locale davvero poco tempo perché il locale è molto caotico e rumorosissimo.
16 settembre
Colazione: Vie de France 872 Yen Centro Commerciale Lumine
Pranzo: Ristorante Shiodome 2760 Yen
Cena: Ristorante Shibuya 2420 Yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi, Shibuya-ku Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Purtroppo quando ci alziamo pioviggina ancora … per la colazione riscegliamo Vie de France e poi partiamo verso Ginza, quartiere noto come area commerciale di lusso, con diversi grandi magazzini, boutiques, ristoranti e caffè. Quando usciamo dalla metropolitana ci accorgiamo che il tempo sta lentamente migliorando ed iniziamo a passeggiare per il quartiere mentre la maggior parte dei negozi è ancora chiusa. Decidiamo di raggiungere a piedi una delle attrazioni principali di Tokyo il Tsukiji Market anche se non vogliamo assistere alle famose aste. Sulla strada ammiriamo anche il Kabuki-za, teatro aperto nel 1889 che campeggia fra i palazzi moderni di Higashi-Ginza e merita un’occhiata anche se non si ha l’intenzione di assistere a uno spettacolo. Raggiungiamo così il Tsukiji Market, il mercato del pesce più grande al mondo con circa 2 milioni di Kg al giorno. Sicuramente la cosa più interessante è l’asta del pesce che però richiede una levataccia abbastanza importante e che noi preferiamo evitare non essendo molto interessati all’argomento. Ci accontentiamo di girovagare per la zona attorno al mercato anch’essa molto vivace ed animata grazie ai diversi negozietti di prodotti fra loro molto differenti. Nel mercato è addirittura possibile assaggiare i diversi prodotti ma alcune hanno un aspetto davvero irriconoscibile. Da qui sempre a piedi ( sembra abbastanza vicino dalla cartina ) raggiungiamo lo Shiodome, un complesso di 13 grattacieli con sedi di importanti aziende , numerosi hotel, ristoranti e centri commerciali. Tra i grattacieli, poi, sono state create numerose piattaforme, passerelle, e giardinetti, così da rendere piacevole una passeggiata all’esterno. In questo complesso si trova anche un bellissimo orologio creato dallo studio Ghibli come insegna di un negozio di giocattoli. Decidiamo di fermarci anche per il pranzo e scegliamo un ristorante affollatissimo di impiegati in pausa pranzo. A differenza degli altri giorni spendiamo di più ma il ristorante è molto bello e le porzioni davvero enormi. Riprendiamo la strada e ritorniamo verso Ginza mentre nel frattempo il cielo è diventato completamente azzurro e sgombro da nuvole con un caldo davvero intenso. Sulla strada verso Ginza vediamo, sul marciapiede, opposto al nostro una coda di un paio di isolati con tanto di polizia a regolare il traffico. Continuiamo la nostra strada davvero curiosi di vedere quale sia la causa di tanta coda e, quando arriviamo di fronte al negozio HM, ci accorgiamo che è lui la causa. .. boh .. Questi giapponesi sono davvero strani .. Visto che siamo qui non possiamo non visitare il palazzo della Sony, un enorme palazzo di 8 piani in cui sono esposti gli ultimi gadget tecnologici della casa nipponica che si possono tranquillamente vedere, toccare ed usare. Alcuni prodotti sono anche acquistabili nello shop annesso allo showroom. Sempre per il motto ” tanto non è lontano” ( e così ci capita di camminare moltissimo)decidiamo di raggiungere altre due importanti attrazioni della zona il Forum ed il Palazzo Imperiale. Il Tokyo International Forum, progettato dall’architetto uruguaiano Vinoly fu ultimato nel 1996 con un costo a consuntivo di circa un miliardo di dollari. L’edificio si colloca nella zona di Marunouchi, un’area centrale a due passi dal parco del Palazzo Imperiale da un lato e dalla Tokyo Station dall’altro, resasi libera a seguito della demolizione della City Hall, opera del 1952 di Kenzo Tange. Il progetto è composto da due edifici diversi per forma e materiali, separati da uno spazio pubblico urbano: da un lato, appoggiato al fascio dei binari della Japan Railways, un grande atrio di vetro alto 63 metri e lungo 210 metri a forma di foglia, destinato a ospitare eventi e manifestazioni e di fronte una struttura cubica bianca con quattro grandi saloni. I due edifici sono separati da un cortile alberato, mentre il passaggio è assicurato ai livelli superiori da una serie di passerelle aeree di vetro. A piedi poi raggiungiamo anche il parco del Palazzo Reale attraversando il quartiere di Marunouchi. Qui abbiamo una bella sorpresa .. Il quartiere ospita l’esposizione temporanea della Cowparade ( http://www.cowparade.com ) la grande mostra a tema di arte contemporanea che dal 1998, da un’idea del famoso scultore svizzero Pascal Knapp, invade tutti gli anni le vie delle metropoli del mondo portando la creatività degli artisti in mezzo alla gente. La mostra si compone di circa 60 pezzi sparsi per il quartiere e io mi accontento di fotografarne una decina perché non abbiamo il tempo di metterci alla ricerca delle mucche. Arriviamo poi finalmente al Palazzo Imperiale di Tokyo. Il palazzo tuttora residenza della famiglia imperiale non è aperto al pubblico, se non in due occasione durante l’anno, e di esso è visibile solo una piccola parte dalla vastissima Palace Plaza. Scattiamo qualche fotografia e poi rientriamo verso la Tokyo Station per riprendere la metro verso il nostro hotel visto che oggi abbiamo camminato davvero tanto. Per la cena decidiamo di andare a Shibuya, altro quartiere molto movimentato della città. Purtroppo molti dei negozi sono in fase di chiusura e quindi cerchiamo un posto per cenare, mentre invece ritorneremo di giorno per scoprire la zona. Anche questa sera andiamo un po’ ad intuito ed entriamo in un ristorante ovviamente sempre giapponese dove come sempre mangiamo bene spendendo poco rispetto a casa. Fino ad ora possiamo essere davvero soddisfatti anche dall’aspetto gastronomico. Prima della partenza eravamo un po’ preoccupati su quest’aspetto perché entrambi non amando il sushi pensavamo di finire sempre in qualche fast food. Ma anche su questa cosa il Giappone ci ha sorpreso davvero molto. La cucina e quindi la scelta gastronomica è davvero molto ampia e ci ha permesso di mangiare sempre bene ed in quantità più che soddisfacente. A questo poi si deve aggiungere anche il fatto che i prezzi sono davvero abbordabili, più che in Italia, e che il turista non viene affatto ” spennato” , ma trattato con tanta cortesia. Quando usciamo dal ristorante facciamo ancora una passeggiata nel quartiere animatissimo e poi con la metro rientriamo a Shinjuku ancora affollatissima. Ma Tokyo … non si ferma mai?
17 settembre
Colazione: forneria 470 Yen
Pranzo: ristorante a Kamakura 1000 Yen
Cena: ristorante Chinatown Yokohama 2782 Yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi, Shibuya-ku Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Per la prima volta in questo viaggio oggi ci spostiamo da Tokyo ed utilizziamo il nostro JRP e quindi anche le famose ferrovie giapponesi. La nostra giornata fuori Tokyo prevede due tappe: la prima nella città di Kamakura dove passeremo parte della giornata e poi ad Yokohama dove trascorreremo la serata. Muoversi con il treno non è per niente difficile visto che le indicazioni all’interno delle stazioni sono bilingue e poi il personale delle ferrovie è davvero molto cortese preparato. In circa 40 minuti raggiungiamo la cittadina di Kamakura nella prefettura di Kanagawa a circa 50 km a Sud-Sud-Ovest di Tokyo, alla quale è collegata dalla linea ferroviaria di Yokosuka. È circondata da montagne su tre lati, mentre il quarto si apre sulla baia di Sagami. Questa collocazione la rese una fortezza naturale tanto che divenne capitale durante l’epoca che prese appunto il nome di periodo Kamakura. http://www.kamakuratoday.com/e/sightseeing.html
Secondo le istruzioni della nostra guida scendiamo alla stazione di Kita Kamakura, la prima della città, ed iniziamo la nostra scoperta dei templi. La città offre una enorme quantità di templi buddhisti e di santuari shintoisti e noi decidiamo di vedere quelle che dall’esterno ci ispirano maggiormente. Tutti i templi sono collegati tra loro da un servizio di autobus, ma noi da bravi ” turisti fai da te” optiamo per i nostri piedi ( ce ne accorgeremo solo alla sera!!!) e raggiungerli è molto semplice perché sono tutti ben indicati. Appena usciti dalla stazione vediamo le indicazioni per il tempio zen Engaku-ji , ingresso a pagamento di 300 yen, costruito nel 1282 perché i monaci zen potessero pregare per i soldati deceduti per la difesa del Giappone. Solo la porta di ingresso al tempio è originale mentre il resto è tutto una ricostruzione ma, essendo il primo tempio che vediamo, ci piace davvero molto. Tra l’altro nel cortile interno del tempio troviamo un gruppo di scolaresche di bambini molto piccoli che marciano a ritmo di musica e che a volte ci guardano davvero molto incuriositi. Seguendo le indicazioni della nostra mappa raggiungiamo il Tokei-ji abbastanza vicino al precedente e molto particolare perché circondato da uno splendido giardino. Anche questo tempio ha l’ingresso a pagamento ( 100 yen) ed è particolare perché in passato era il rifugio per le donne che fuggivano dai mariti e che potevano considerarsi divorziate dopo avervi soggiornato per tre anni. Nel giardino del tempio è possibile poi visitare anche un cimitero buddhista che occupa gran parte dello spazio. Se si deve fare una scelta questo può essere tranquillamente saltato. Proseguendo lungo la strada si incontrano altri templi che preferiamo saltare per arrivare all’imperdibile Kencho-ji, il più importante dei cinque templi zen della città. Il tempio sempre ad ingresso a pagamento ( 300 yen) è davvero molto bello ed immenso anche se solo una piccola parte è aperta al pubblico. Merita davvero molto ed in esso è possibile anche entrare all’interno e, grazie ad una terrazza panoramica, si può osservare un giardino zen la cui forma è quella dell’ideogramma kanji che significa mente. Non stanchi di camminare decidiamo di arrivare sino in cima alla collina dove è costruito l’Hansobo da cui sembra che nelle giornate più limpide si possa ammirare il profilo del Fuji. Usciamo dal tempio verso mezzogiorno e nonostante il caldo decidiamo di proseguire a piedi verso la zona centrale della città attraverso Komachi-dori, la via principale che secondo la nostra guida pullula di negozi e ristoranti. Questa cosa è vera ma solo in parte perché la via diventa animata solo nel tratto finale mentre la prima parte non ha nulla di particolare e tra l’altro non è neppure così breve come sulla cartina. A metà della via però troviamo un altro splendido santuario, il Tsurugaoka. Si tratta di un santuario scintoista ad ingresso gratuito completamente dipinto di rosso intenso. Il santuario è visitabile solo esternamente mentre a pagamento è possibile vedere un museo che però noi preferiamo evitare. In questo santuario per la prima volta vediamo una monaca scintoista con gli enormi pantaloni rossi e la casacca bianca che schiva passeggia fra i turisti. Ovviamente, complice anche lo splendido cielo blu, non possiamo non scattare una miriade di fotografie. Visto l’orario facciamo una sosta per il pranzo in un piccolissimo ristorante dove riusciamo ad assaggiare ancora i buonissimi gyoza, i ravioli giapponesi. Prima di ritornare in clima mistico decidiamo di fare una pausa e di dedicarci ad un po’ di shopping nelle due principali vie kamachi-dori e Waramiya-dori. Entrambe le vie sono piene di negozi di souvenir in cui i turisti giapponesi principalmente acquistano prodotti di diverso tipo dolci in particolare. Terminato il giro per lo shopping, tra l’altro non molto prolifico, facciamo una scelta davvero infelice: raggiungere a piedi il grande Daibutsu, il grande Buddha, una delle principali attrazioni di Kamakura. Raggiungerlo non è certo impossibile ma 1,7 km (lo scopriremo solo superata la maggior parte della strada) sotto il sole cocente non è il massimo , ma alla fine lo splendore del tempio non ci fa rimpiangere la fatica. Il grande Daibutsu ( ingresso al tempio 200 Yen), secondo per grandezza del Giappone, è davvero molto bello ed ha anche una storia molto particolare. La enorme statua alta 11 metri è sopravvissuta a diverse vicissitudini e, mentre le sale che la contenevano sono sempre andate distrutte , la statua è sempre rimasta intatta. Qui per la prima volta incontriamo anche i primi italiani della vacanza. Prima di lasciare Kamakura decidiamo di visitare anche un ultimo tempio l’Hase-dera ( yen 300) , uno dei più famosi della regione e tra l’altro molto particolare. Il filo conduttore di tutto il tempio sono le statuette raffiguranti Jizo, il boddhisatva protettore dei viaggiatori e delle anime dei bambini defunti. Le statuette presenti sono davvero moltissime e molte sono anche vestite in stoffa rossa una cosa molto particolare che ci lascia molto sorpresi. Questo tempio insieme al grande Daibutsu è sicuramente la cosa più bella che abbiamo visto a Kamakura e dalla sua terrazza panoramica è anche possibile ammirare l’oceano pacifico. In questo tempio mettiamo anche alla prova la grande onestà dei giapponesi. Infatti Giovanni, durante una pausa, ha dimenticato su una panca un paio di occhiali da sole della Oakley e quando ritorniamo dopo 10 minuti gli occhiali sono ancora lì. Anche da noi sarebbe successa la stessa cosa …. Per rientrare alla stazione di Kamakura vista la distanza decidiamo di optare per i mezzi pubblici ed utilizziamo la linea metropolitana di Enoden che ci riporta velocemente e, soprattutto senza nessuna fatica, alla stazione. Qui riprendiamo il treno della Jr e raggiungiamo la nostra meta serale, la città di Yokohama, la seconda città del Giappone che vanta una delle più grandi Chinatown del mondo. Per raggiungere la zona dalla stazione Jr di Yokohama è sufficiente prendere la linea metropolitana Minato Mirai e in sole cinque fermate si arriva a destinazione. Anche qui nessuna difficoltà perché le informazioni sia per il tragitto che per l’acquisto dei biglietti sono davvero semplici ed, ovviamente, in inglese. Prima di arrivare a Chinatown decidiamo di dirigerci verso il lungomare nella zona della Marine Tower, uno dei fari dell’entroterra più grandi del mondo che però è completamente coperto dai lavori di ristrutturazione. Dal molo affacciato sul Pacifico ammiriamo però lo skyline di Minato Mirai 21 con i suoi altissimi grattacieli. Si è oramai fatto buio e ci incamminiamo verso la vicina Chinatown delimitata da 10 diverse porte di accesso dipinte con colori molto vivaci. Appena superata una delle porte di accesso veniamo catapultati in un mondo completamente diverso e sembra di essere trasportati a migliaia di km, ad Honk Kong come dice la nostra guida. Infatti tutto, dai ristoranti ai negozi, alle insegne ai souvenir sono un chiaro rimando al mondo cinese . Per la cena non possiamo non scegliere un ristorante cinese che però non regge assolutamente il confronto con la cucina giapponese decisamente più leggera e di conseguenza più sana. Terminata la cena facciamo ancora una passeggiata nell’animatissimo quartiere e, alle 21 abbastanza stanche per l’intensa giornata, riprendiamo il treno verso Tokyo.
18 settembre
Colazione: in una boulangerie 513 Yen
Pranzo: a Nikko 1400 Yen
Cena: ristorante spagnolo a Shinjuku 3680 Yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi, Shibuya-ku Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Oggi ci aspetta ancora una giornata piuttosto intensa visto che ci aspetta Nikko , città che si trova nella regione montuosa della prefettura di Tochigi, a circa 140 chilometri a nord di Tokyo. La città è una popolare meta turistica, in quanto contiene numerosi monumenti storici (alcuni molto
antichi) che le sono valsi l’inserimento nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Purtroppo quando ci alziamo il cielo è cupo ma è ancora piuttosto presto e poi dobbiamo percorrere ancora molta strada .. Scoraggiati partiamo comunque verso la stazione della JR di Shinjuku per prendere il treno che ci porterà prima a Utsonomiya e poi da qui tramite la Nikko Line a Nikko. Il percorso non è affatto breve anzi dura tre ore e dieci minuti. Nel primo tratto di treno siamo gli unici occ ( così durante il viaggio chiameremo gli occidentali )del vagone, mentre sulla Nikko Line siamo noi a prevalere. Alla stazione di Nikko troviamo una bella piantina gratuita della zona che ci risulterà utilissima per trovare i diversi templi oltre a dei bellissimi timbri che io prontamente stampo sia sulla mia guida che sul mio quadernetto di viaggio. Avevo letto di questa abitudine di lasciare a disposizione dei visitatori nelle stazioni ed in alcuni templi di timbri da apporre sulle guide e già a casa non vedevo l’ora di provare questa cosa. Quando usciamo dalla stazione non piove più e la temperatura è ottima cielo grigio a parte .. Per raggiungere la zona dei templi ci sono due diverse possibilità: a piedi o con l’autobus. Vista l’esperienza di ieri a Kamakura preferiamo affidarci all’autobus ma solo fino al ponte Shin-Kyo, un ponte rosso sul fiume Daiya che secondo la leggenda fu il luogo dove il monaco buddhista Shodo attraversò il fiume a cavallo di due serpenti. In passato il ponte era accessibile solo ai membri della corte imperiale mentre dal 2005 è anche aperto al pubblico dietro il pagamento di un biglietto. Noi come la maggior parte dei turisti preferiamo vederlo di lato per riuscire a fotografarlo e poi proseguiamo per raggiungere i templi tramite una breve scalinata immersa nel verde. Per la visita dei templi è utilissimo il biglietto cumulativo che prevede l’accesso a cinque siti tutti Patrimonio dell’Unesco al costo di 1000 Yen a persona. La nostra visita inizia dal Rinnoji, tempio buddhista risalente al 1200 e famoso per avere al suo interno tre enormi Buddha in legno alti 8 metri . Purtroppo parte del tempio, in particolare all’esterno è coperta da teli per i lavori di ristrutturazione ma riusciamo comunque ad ammirare la bella pagoda che si trova a fianco. La strada prosegue fino ad un enorme Torii in pietra che è l’ingresso del bellissimo Tosho-gu, tempio scintoista fra i più belli del Giappone. Subito dopo il Torii si trova una splendida pagoda coloratissima a cinque piani la cui particolarità è quella di non avere fondamenta ma di essere sorretta da un palo sospeso che oscillando come un pendolo serve a mantenerla in equilibrio in caso di terremoto. Poco oltre la pagoda un altro Torii permette l’accesso a questo splendido tempio conosciuto anche per le tre famose scimmie che rappresentano i tre principi del buddhismo tendai ovvero non sentire il male, non vedere il male e non parlare il male. Tutti gli edifici di questo enorme tempio sono molto decorati e colorati e questo giustifica la presenza di tantissimi turisti fra cui anche qualche gruppo . Come negli altri templi anche qui è possibile accedere alle sale interne ovviamente scalzi dove però sono in corso dei lavori di ristrutturazione dei decori dei soffitti. Quando usciamo da questo tempio ci accorgiamo che sono già le tredici passate e decidiamo di cercare un posto per il pranzo. Proprio vicino al tempio troviamo una piccola area ristoro con delle bancarelle di cibo tipico e noi scegliamo quella che prepara gli udon ” freschi di giornata fatti a mano ” come recita la bancarella. Anche qui una scelta ottima e davvero azzeccata. La visita prosegue negli altri templi compresi nel biglietto cumulativo fra cui il Rinnoji Taiyuin, una riproduzione in tono minore seppur molto sfarzosa del Tosho-gu. Alle 15.30 lasciamo la zona dei templi e rientriamo verso la stazione percorrendo la strada principale piena di negozi e ristoranti. Qui riesco a comprarmi il mio primo souvenir ( non sarà l’ultimo però!!!!) : uno charms di Hello Kitty per il mio cellulare. Alle 16.48 prendiamo il treno che con il percorso analogo a quello del mattino ci riporta a Tokyo. Rientriamo in hotel per una doccia veloce e poi usciamo per cena. Questa sera vogliamo mangiare ” etnico” per cui abbandoniamo la cucina giapponese e scegliamo il ristorante spagnolo Paradorina nella Mosaic Street di Shinjuku. Terminata la cena facciamo ancora una bellissima passeggiata nel quartiere scoprendo ancora degli angoli bellissimi . Cosa dire … questo Japan è davvero sorprendente grazie al suo saper mescolare in modo perfetto modernità e tradizione !!!!!
19 settembre
Colazione: colazione a Shinjuku a base di donuts 980 Yen
Pranzo: Bagel & Bagel a Roppongi Hills 1330 Yen
Cena: Ristorante Thailandese nel Centro Commerciale Venus Fort a Odaiba 3360 Yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Plaza Shinjuku 2-3-1 Yoyogi, Shibuya-ku Tokyo www.sunroute.jp/SunrouteTopHLE.html 82 euro
Anche questa mattina quando ci alziamo il cielo è cupo e non promette nulla di buono .. chissà se riusciremo a vedere il sole in questa vacanza?? Per colazione scegliamo un locale vicino al nostro hotel che propone donuts nei gusti più disparati. Il locale è davvero molto strano ed in attesa della nostra ordinazione, che tra l’altro aspettiamo davvero pochissimo, ci viene offerto un ulteriore donut. È la colazione più cara di tutta la vacanza ma è davvero buona ed io mi sono pure ” pappata” il donut di Halloween. La prima meta della giornata è il Meiji Jingu, uno dei santuari shintoisti più prestigiosi di Tokyo. La prima costruzione dell’edificio risale al 1920 ma fu ricostruito identico nel 1958 dopo la distruzione avvenuta con i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Il tempio è inserito in un parco di 700.000 metri quadri di foresta, formata da 120.000 alberi di 365 specie diverse, che furono donate da persone provenienti da tutto il Paese, al tempo in cui il tempio fu creato. L’ingresso al tempio è gratuita mentre quella al giardino è a pagamento, ma noi non siamo entrati ( l’ingresso è sicuramente raccomandato a giugno periodo della fioritura degli iris). L’accesso al tempio avviene attraverso un enorme torii in legno di cipresso importato da Taiwan mentre il resto del tempio è costruito con legno di cipressi giapponesi. Il tempio è davvero molto bello, unico peccato non essere riusciti ad assistere a qualche cerimonia religiosa come per esempio un matrimonio come invece abbiamo letto in altri diari. Ci accontentiamo di vedere solo un gruppo di monaci in preghiera cosa comunque molto suggestiva. In questo santuario abbiamo visto anche un’altra stranezza .. Nella maggioranza dei santuari shintoisti visti sino ad ora avevamo notato tantissimi barili di sakè offerti dai fedeli, qui, invece, abbiamo visto delle botti di vino francese della Bourgogne per l’esattezza. Visto che ha almeno smesso di piovere raggiungiamo a piedi il non proprio vicinissimo quartiere di Shibuya visto di sera qualche giorno fa quando la maggior parte dei negozi era in fase di chiusura. Il quartiere di Shibuya, oltre a vantare una enorme scelta di negozi di tutti i tipi fra i quali consiglio sicuramente Loft dove io non ho potuto non spendere qualche yen, è soprattutto famoso per lo Shibuya Crossing, uno degli incroci a quattro strade più famosi e fotografati del mondo. Purtroppo la nostra fotografia non rende appieno il fascino di questo attraversamento pedonale che offre il meglio di sé osservandolo dal vicino Starbucks. Nella zona di Shibuya non riusciamo a vedere la zona dedicata ai Love hotel perché le indicazioni della nostra guida non sono per niente chiare e chiedere ai passanti non ci sembra proprio il caso. … pazienza, sarà per la prossima volta!!!! La nostra giornata prosegue nella zona di Roppongi, altro quartiere dedicato soprattutto allo shopping ed alla vita notturna e particolarmente noto per le Roppongi Hills .
Roppongi Hills è uno dei più grandi complessi urbani del Giappone ed è stato costruito per volere del magnate Minoru Mori. Il mega-complesso comprende uffici, appartamenti, negozi, ristoranti, sale cinematografiche, parchi, un museo, un hotel, uno studio televisivo ed un anfiteatro all’aperto ed al centro di quest’area sorge la Mori Tower, un edificio di 54 piani. I primi sei piani della Mori Tower sono occupati dai negozi e dai ristoranti mentre i sei piani superiori ospitano il Mori Art Museum ed il Tokyo City View, dove è possibile ammirare una vista panoramica della città. Visto l’orario decidiamo di pranzare nel centro commerciale annesso alla Mori Tower e qui non c’è che l’imbarazzo della scelta. Fra i diversi locali optiamo per un Bagel & Bagel dove tra l’altro troviamo anche una coppia di italiani e soprattutto troviamo il primo accesso wi-fi gratuito della vacanza. Visto che nel frattempo il tempo è peggiorato ed ha ripreso a piovere restiamo ancora un po’ nel palazzo visitando alcuni negozi , mentre invece evitiamo di entrare nella City View visto che le viste panoramiche non saranno sicuramente eccezionali. Nel palazzo si trova anche la Asahi Television il cui atrio con tanto di negozio di gadget è aperto al pubblico. Noi, ovviamente, entriamo a curiosare e ne approfittiamo per fare pure qualche fotografia ai vari Doraemon e simili. Lasciato Roppongi Hills raggiungiamo a piedi la tanto decantata Tokyo Tower, ovvero la brutta copia colorata di bianco e rosso della Tour Eiffel. Sarà che il cielo plumbeo non aiuta di certo ma mentre Giovanni scatta comunque qualche fotografia io continua a brontolare non capendo come si possa paragonare quel traliccio colorato alla mia amata Tour Eiffel ( io sono molto di parte però). Ovviamente sulla Tokyo Tower è anche possibile salire per ammirare il panorama della città cosa che ovviamente noi non abbiamo intenzione di fare. Poco oltre la torre si trova anche lo Zojo-ji un bel tempio purtroppo per la maggior parte in fase di ristrutturazione. È comunque molto bello osservare dal suo cortile interno il contrasto fra la parte antica del tempio e la modernità della Tokyo Tower alle sue spalle. Quando rientriamo in hotel non piove più per cui decidiamo di trascorrere la serata a Odaiba, grande isola artificiale nella Baia di Tokyo. Nella zona sono tante le attrazioni turistiche fra cui la sede della Fuji TV con il peculiare edificio disegnato da Kenzo Tange nel 1997, Il Rainbow Bridge, che collega Odaiba al cuore della città di Tokyo, diversi centri commerciali come il Decks Tokyo Beach o il Venus Fort, una riproduzione in scala ridotta della Statua della Libertà e molto altro. Quando lasciamo l’hotel riprende a piovere ma noi non demordiamo e rispettiamo il nostro piano anche se purtroppo non vedremo molto di quanto programmato. Raggiungere Odaiba da Shinjuku è piuttosto semplice perché con la metro si raggiunge Shiodome stazione da cui poi parte la monorotaia che attraverso il Rainbow Bridge porta all’isola. Il tragitto non è certo economico ( 370 Yen a testa per tratta) ma dalla monorotaia si ammira il bellissimo skyline della città che però, causa riflessi dei vetri, non riusciamo ad immortalare. Visto il persistere della pioggia dobbiamo modificare i nostri programmi e ci accontentiamo di fermarci al Venus Fort, centro commerciale ispirato alla Venezia del 700. All’interno di questo centro oltre ad una vasta scelta di ristoranti e negozi si trovano anche il Toyota mega web e la ricostruzione di un garage con auto d’epoca. Il Toyota mega web è uno showroom della nota casa automobilistica dove sono in bella mostra alcuni prototipi della casa oltre a diverse auto non presenti però nel nostro mercato. Carino ma sicuramente non imperdibile!!! Molto bello invece il garage con le auto d’epoca inserite in ambienti tipici come per esempio la Route 66 per le auto americane od uno spaccato di Napoli per la nostra 500. Il Venus Fort merita una visita solo per la scelta dei negozi dove noi ne approfittiamo per iniziare ad acquistare qualche souvenir. Per la cena optiamo per un ristorante thailandese dove ci troviamo davvero molto bene. Purtroppo i nostri piani per la serata visto il tempo saltano e quindi alle 22.00 rientriamo in hotel. Domani ci aspetta il primo grande trasferimento in treno … speriamo in bene!!! Finisce così la nostra prima parte di vacanza che ci ha portato a scoprire la splendida zona di Tokyo e dei suoi dintorni. Certo il tempo non è stato di grande aiuto ma abbiamo potuto ammirare splendidi luoghi. Entrambi pur amando le strutture moderne ed i grattacieli, piuttosto rari per non dire assenti da noi, abbiamo preferito la parte storica e tradizionale che ci ha portato ad ammirare una architettura completamente differente rispetto alla nostra. Tokyo si è rivelata una città piena di vita a qualsiasi ora del giorno e crediamo pure della notte vista la miriade di locali aperti ventiquattro ore al giorno. In questi primi giorni di vacanza il Giappone ci ha molto stupito per la sua accoglienza, la sua predisposizione al turismo e per la grande cortesia dei suoi abitanti. Non c’è che dire .. Questo Giappone ci sta stregando e … il meglio deve ancora arrivare.
20 settembre
Colazione: Starbucks 800 Yen
Pranzo: Ristorante a Takayama 1080 Yen
Cena: Ristorante Suzuya 24 Hanakawa-cho Takayama 3400 Yen
Pernottamento: Ryokan Rickshaw Inn 54 Suehiro-cho Takayama www.rickshawinn.com 70,30 Euro
Con la giornata di oggi inizia il nostro tour itinerante del Giappone con valigia al seguito ed oggi ci aspetta la tappa sicuramente più impegnativa visto che dobbiamo spostarci a Takayama, cittadina del distretto di Hida a 532 km dalla capitale. Dopo la colazione dal mitico Starbucks con la linea metropolitana JR Yamanote raggiungiamo la Tokyo Station senza grandi difficoltà. Qui alle 8.30 prendiamo il nostro primo shinkansen, treno ad alta velocità che ci porterà a Nagoya, la nostra stazione di scambio. I treni giapponesi oltre ad essere puntualissimi sono anche molto comodi e spaziosi con l’interno molto simile a quello di un aereo. In genere le prime tre carrozze sono quelle con i posti non riservati ( due sono no smoking ed una smoking )mentre le restanti carrozze sono per i posti riservati suddivise fra prima classe (green card) e seconda classe. Il treno non sembra così veloce ma alle 10,35 siamo a Nagoya e senza alcuna difficoltà riusciamo a prendere il treno della linea Hida per Takayama delle 10.48 e proprio su questo treno scopriamo anche che i sedili dei vagoni sono orientabili in base alla direzione di marcia. La linea di Hida transita nelle alpi giapponesi e dai finestrini è possibile ammirare il loro splendido panorama. Proprio di fronte a noi si trovano anche altri turisti. Inizialmente pensiamo siano spagnoli mentre chiacchierando con loro scopriamo che sono messicani in vacanza in Giappone. In perfetto orario con i dati stampati dal sito Hyperdia raggiungiamo la stazione di Takayama dove, dopo l’ennesimo timbro, raggiungiamo il nostro hotel. In questa città abbiamo deciso di provare l’ebbrezza di dormire nei ryokan, le tradizionali locande giapponesi con il pavimento di tatami ed i futon al posto dei letti. Il ryokan si trova ad una decina di minuti a piedi dalla stazione ed all’interno del centro storico della città in modo da riuscire a muoversi tranquillamente a piedi. Appena entriamo nel ryokan incontriamo una coppia di americani di cui lui di origine italiana che iniziano a raccontarci del loro mese di vacanza in Giappone. Dopo un po’ di chiacchiere con loro facciamo il checkin ed entriamo in possesso della nostra stanza. La camera è davvero enorme e sui tatami si trovano già i nostri futon .. saranno comodi oppure passeremo la notte in bianco pentendoci della nostra scelta??? Sono quasi le 14.00 quando usciamo nuovamente alla ricerca di un posto per il pranzo. Optiamo per un ristorante abbastanza spartano non lontano dal ryokan dove però mangiamo degli udon buonissimi. La città di Takayama è inserita nelle rotte turistiche per due principali
monumenti: l’Hida Village e la zona di Sanmachi- Suji ( per informazioni utilissimo http://www.hida.jp/italiano/ ). Nno essendo molto interessati decidiamo di scartare la visita all’Hida Village e di concentrarci nel centro della città. Prima di recarci nelle vie più famose curiosiamo nella zona circostante visitando anche il Kokubu-ji, tempio ad ingresso gratuito. Da qui proseguiamo verso la zona di Teramachi, quartiere collinare della città che vanta una decina fra templi e santuari. Purtroppo la maggior parte di questi santuari è in stato di abbandono e quindi dopo averne percorso un breve tratto decidiamo di rientrare verso il centro città. Ci rechiamo nella zona sicuramente più turistica della città il quartiere di Sanmachi-suji, cuore della città vecchia su cui si affacciano case tradizionali in cui sono stati ricavati ristoranti, negozi di souvenir e distillerie di sakè. Dedichiamo il resto del pomeriggio curiosando nei diversi negozi di souvenir e nelle distillerie di sakè scoprendo anche alcune curiosità su questa diffusissima bevanda. In tutti i negozi grande rilevanza viene data ai Sarubobo, bambole portafortuna vendute in tutte le forme possibili. La via è davvero trafficatissima e tra le persone ed i risciò è davvero difficilissimo riuscire a scattare qualche fotografia. Per la cena questa sera decidiamo di seguire i consigli della nostra Lonely e scegliamo il ristorante Suzuya, uno dei più apprezzati della città. Il locale è consigliatissimo soprattutto per le simpaticissime proprietarie. Il locale è consigliato per la famosissima carne di Hida che ovviamente proviamo ma che risulterà essere una carne molto grassa e poco allettante. Quando usciamo dal ristorante la città si è letteralmente svuotata e non c’è più traccia dei tantissimi turisti che la animavano nel pomeriggio. Rifacciamo una passeggiata per le vie viste nel pomeriggio che però questa sera sono deserte fatta eccezione per qualche turista che passeggia con lo yukata fornito dall’hotel. Rientrati in hotel prima di provare i futon ci gustiamo un buonissimo green tea seduti comodamente sui nostri tatami.
21 settembre
Colazione: caffè vicino alla stazione 900 Yen
Pranzo: Bakery German all’interno della stazione di Kanazawa 800 Yen
Cena: ristorante a Katamachi 3611 yen
Pernottamento: Apa Villa 2-2-13 Katamachi, Kanazawa-shi www.apahotel.com 71,77 Euro
L’esperienza sul futon non è affatto male ed entrambi dormiamo davvero bene. Ci alziamo ancora piuttosto presto e, dopo la colazione in un bar nella zona della stazione, andiamo alla scoperta dei due asa-ichi, i mercati mattutini che si svolgono ogni giorno dalle 7 alle 12 . I due mercati non sono molto distanti tra loro e riusciamo a visitarli in poco tempo. Il più bello e anche più grande è il Miya-gawa che si tiene lungo la sponda orientale del fiume e vende praticamente di tutto dai souvenir, ai fiori agli alimentari che in molti casi sono addirittura indecifrabili. Il secondo mercato, il Jinya-mae si trova invece vicino al Takayama-jinya ed è molto più piccolo del precedente ed in esso si possono trovare esclusivamente frutta e verdura. Un ultimo giretto e proprio quando riprende a piovere recuperiamo i nostri bagagli ed andiamo in stazione per raggiungere la nostra prossima tappa: Kanazawa, città della prefettura di Ishikawa sul Mare del Giappone. Per raggiungere Kanazawa è necessario fare un cambio a Toyama, ma in poco più di due ore percorriamo i 150 km che separano le due città ( purtroppo si tratta di linee non ad alta velocità). Prima di lasciare la stazione e di metterci alla ricerca del nostro hotel fortunatamente, visto quello che ci succederà poi, ci fermiamo per pranzare da Bakery German una fornitissima e tra l’altro molto economica forneria. Quando lasciamo la stazione tanto per cambiare .. piove. Dalla cartina stampata dal sito dell’hotel sembra che stazione ed Apa Villa hotel non siano molto distanti ed, invece, no. Dopo aver camminato un po’ armati di bagagli ed ombrelli ci decidiamo e chiediamo informazioni ad un agente di polizia che purtroppo non spiccica una parola di inglese, ma che con gesti e risate ci spiega che le due zone non sono vicine e ci indirizza ad una fermata dell’autobus. Qui arriva il bello .. Arrivati alla fermata degli autobus vorremmo sapere quale sia la direzione da prendere e quale l’autobus. La cosa migliore ci sembra sia quella di chiedere ai presenti solo ” bus Katamachi??” ( è il nome del quartiere del nostro hotel) .. E la nostra domanda scatena un putiferio. Tutte le signore presenti alla fermata iniziano ad agitarsi per tentare di aiutarci senza ovviamente spiccicare nulla in inglese tanto da farci salire su un autobus per farci riscendere qualche secondo dopo scatenando le risate di tutta la pensilina noi compresi. Poco dopo riusciamo finalmente a salire sull’autobus giusto e qui dobbiamo metterci alla prova per pagare il biglietto. La cosa sembra più complicata del previsto ma in realtà è sufficiente prendere il biglietto nel momento in cui si sale per poi pagare la tratta al momento della discesa direttamente all’autista. Il prezzo di ciascun biglietto in base alla tratta percorsa viene indicato su un display vicino alla discesa. Dopo queste fatiche arriviamo finalmente al nostro hotel che dal fuori non è nulla di particolare, mentre l’interno è davvero una sorpresa con stanza molto grandi e ben curate. Oggi non siamo proprio fortunati e quando riusciamo dall’hotel continua a piovere in certi momenti anche abbastanza forte. Che rabbia e dire che la sosta in questa città è soprattutto per vedere il Kenrokuen, il terzo giardino più bello del Giappone. Sulla strada verso la nostra meta troviamo finalmente il kakejiku che fa per noi in un negozio stupendo che tra l’altro ha anche splendidi kimono. Mi devo accontentare del kakejiku perché i kimono hanno dei prezzi davvero proibitivi .. Ma quanto sono belli però … In una decina di minuti a piedi raggiungiamo il Kenrokuen e nonostante il tempaccio entriamo ( yen 300 a testa) insieme a molti altri turisti affranti dalle condizioni meteo. A causa del brutto tempo però non riusciamo ad appezzare la bellezza di questo parco che, in condizioni meteo favorevoli, deve essere bellissimo. Nonostante questo girovaghiamo curiosando i vari angoli e scattando un po’ di fotografie. Usciti dal parco raggiungiamo il vicino Kanazawa- jo, il castello della città. Ci accontentiamo di ammirarlo dal fuori nonostante sia interamente in fase di ristrutturazione. Per cena scegliamo un ristorante non lontano dal nostro hotel ed anche qui la scelta è davvero azzeccatissima. Prima di rientrare in hotel facciamo una breve passeggiata sotto i portici che caratterizzano questa città mentre continua a piovere anche abbastanza forte.
22 settembre
Colazione: donuts a Kanazawa 436 Yen
Pranzo: ristorante a Kyoto 1600 Yen
Cena: ristorante presso centro commerciale Isetan Kyoto 3496 Yen
Pernottamento: Hotel GranVia Kyoto www.granviakyoto.com 100 euro
Dopo una colazione a base di donuts usciamo per andare a vedere Nagamachi, quartiere un tempo abitato dai samurai e decantato sia sulla nostra guida che sugli opuscoli turistici. La zona si trova ad una decina di minuti dal nostro hotel ma sinceramente non è nulla di particolare perché di queste case non si vedono che enormi muri di cinta. Decidiamo quindi di recuperare i bagagli e di riprendere il nostro viaggio che oggi ci porterà a Kyoto. A differenza dell’andata andiamo benissimo e prendiamo un bus che ci porta proprio fuori dalla stazione senza alcun tipo di intoppo, anzi conosciamo anche una ragazza italiana che è a Kanazawa per studiare il giapponese. Con lo shinkansen in circa due ore percorriamo i 250 km che separano le due città ed arriviamo nella ultramoderna stazione ferroviaria di Kyoto che contiene anche tre centri commerciali, la stazione degli autobus ed un hotel, il nostro. In questa città abbiamo deciso di trattarci bene ed abbiamo scelto il Granvia , un hotel molto bello e moderno costruito all’interno della stazione. Visto l’orario depositiamo i nostri bagagli e, in attesa della nostra stanza, usciamo alla scoperta dei dintorni complice anche la bellissima giornata di sole. Dal basso osserviamo la Kyoto Tower , una torre in stile retrò facilmente identificabile da diversi punti della città e da cui è possibile godere anche il panorama della città. Non essendo per niente economica ( 770 Yen a
testa) la evitiamo e proseguiamo la passeggiata fino ai due templi Higashi e Nishi Hongan-ji. Si tratta di due templi costruiti da due diverse fazioni buddhiste in antagonismo fra di loro ed entrambi molto imponenti seppur deturpati da imponenti lavori di ristrutturazione. Entrambi i templi sono ad ingresso gratuito e nell’Higashi molto particolare è un frammento di una fune realizzata con i capelli donati dalle fedeli per issare le assi in legno durante la ricostruzione del tempio. Prima di rientrare verso la stazione di Kyoto facciamo una sosta per il pranzo in un locale tipico ( anche qui siamo gli unici ” occ” ) vicino al Nishi Hongan-ji dove la proprietaria, quando scopre che siamo italiani, inizia a raccontarci di un suo viaggio in Italia a Roma e Venezia. Prima di ritornare in hotel per il checkin visitiamo la stazione, una straordinaria struttura in acciaio e vetro inaugurata nel 1997 e disposta su ben 15 piani. Al quindicesimo piano si trova una terrazza panoramica da cui ammirare la città sottostante ed è, inoltre, possibile passare anche su delle passerelle che attraversano l’atrio principale. Facciamo il checkin in hotel dove ci viene assegnata una stanza enorme al decimo piano con vista sulla stazione e poi usciamo nuovamente. Kyoto è una città molto grande ed i suoi monumenti principali sono sparsi qua e là ed è piuttosto improbabile riuscire a raggiungerli sempre a piedi. I due mezzi migliori per girarla sono quindi le biciclette ed i mezzi pubblici. Noi optiamo per la seconda opzione visto che la città è costruita su diverse colline; per oggi prenderemo dei biglietti singoli, mentre nei giorni successivi acquisteremo il pass giornaliero a 1200 Yen a persona che permette l’utilizzo illimitato della rete metropolitana e degli autobus. Proprio fuori dalla stazione si trova il capolinea della maggior parte degli autobus cittadini anche se per il turista sono utili soprattutto le linee 100 e 101 che toccano i principali punti di interesse turistico. La nostra idea iniziale sarebbe quella di visitare il quartiere Ponto-cho, ma quando ci accorgiamo che il bus arriva anche al Kinkaku-ji noto come Tempio d’Oro, il nostro programma cambia immediatamente. Il percorso è piuttosto lungo e temiamo di non riuscire ad arrivare in tempo prima della chiusura prevista alle 17.00 … purtroppo la maggioranza dei monumenti in tutto il Giappone chiude molto presto. Fortunatamente arriviamo alle 16.00 ed abbiamo un’ora di tempo per ammirare questo bellissimo tempio diventato il simbolo della città. L’ingresso al Kinkaku-ji è ovviamente a pagamento ( 400 Yen a testa) e quando arriviamo al laghetto che lo circonda restiamo davvero sorpresi. Il tempio è molto meglio di quanto ci aspettavamo complici sicuramente la luce riflessa del sole al tramonto e la poca gente presente. Non è possibile entrare all’interno ma si può ammirarlo solo dall’esterno grazie ad un sentiero che gli gira attorno. Il percorso obbligato sale anche su una collina passando in mezzo al giardino che custodisce questo splendido monumento. Alle 17.00 lasciamo il tempio dopo averlo fotografato da tutte le angolazioni possibili e decidiamo di percorrere un tratto di strada a piedi per fermarci in alcuni templi visti passando con l’autobus. Un tempio non è nulla di particolare e quindi preferiamo saltarlo mentre, invece, entriamo nel Kitano-Tenman-gu, poco considerato dalla nostra guida., ma invece molto bello e particolare. Riprendiamo l’autobus e rientriamo in hotel. Per la cena decidiamo di fermarci nel centro commerciale della stazione dove si trovano due centri commerciali al cui interno si trovano diversi ristoranti. Questa sera optiamo per l’Isetan il cui undicesimo piano è un concentrato di ristoranti differenti che offrono cucina diverse. Noi ovviamente evitiamo l’italiano ed anche lo spagnolo e ci buttiamo sulla cucina giapponese scegliendo un ristorante specializzato in tempura. Scelta azzeccatissima!!!!! Facciamo la nostra classica passeggiata post prandiale risalendo all’undicesimo piano dove facciamo anche una breve sosta nel giardino pensile Happy Park e poi rientriamo in camera dopo una splendida giornata coronata anche da uno splendido cielo blu.
23 settembre
Colazione: a base di donuts in un locale all’interno della stazione di Kyoto 800 Yen
Pranzo: sandwich in un locale a Gion 1600 Yen
Cena: ristorante a Ponto-cho 4700 Yen
Pernottamento: Hotel Gran Via Kyoto www.granviakyoto.com 100 euro
Anche questa mattina Kyoto ci regala una splendida giornata di sole fortunatamente con un clima migliore di quello di Tokyo decisamente molto più afoso. Anche la giornata di oggi si promette bella intensa in quanto prevediamo di vedere diverse cose. Dopo la colazione sempre all’interno della stazione acquistiamo all’ufficio informazioni un pass giornaliero che permette l’utilizzo illimitato di autobus e metropolitana al costo di 1200 Yen a testa ( un biglietto singolo costa 200 Yen). La meta della mattinata è la zona di Gion, quartiere di Kyoto noto per essere residenza delle famosissime geishe. La nostra prima sosta è il Saka-Jinja, coloratissimo santuario scintoista ad ingresso gratuito frequentatissimo dai fedeli per la prima vista ad un tempio il primo giorno dell’anno. Da qui attraversiamo un enorme parco, il Maruyama Koen, ed entriamo in un altro tempio che in realtà è, invece, un cimitero buddhista. Appena compreso il nostro errore ce ne andiamo in fretta e con uno strano giro ci ritroviamo nuovamente all’ingresso del primo tempio. .. ma perché in Giappone non ci sono le vie? Studiamo attentamente la cartina e senza grosse difficoltà arriviamo alla zona che stavamo cercando. Ci troviamo così in un’area dove si trovano due
templi: il Kodai-ji di cui parla anche la Lonely ed un altro. Il secondo tempio ci attira maggiormente e decidiamo di visitarlo. Si tratta del Ryozen Kwan-on ( ingresso 200 Yen a testa) ed è caratterizzato dall’avere sul tetto del tempio una enorme statua rappresentante Kannon di 24 metri. Si tratta di un tributo al milite ignoto della seconda guerra mondiale. È un peccato che questo tempio non sia nemmeno considerato dalla guida perché è davvero molto particolare. Terminata la visita facciamo uno stop dai templi e girovaghiamo nelle vicine vie Ninen-zaka e Sannen-zaka, quartiere ristrutturato di Kyoto le cui strade sono costeggiate da vecchie case in legno con negozi tradizionali e ristoranti. Appena entrati nel quartiere incontriamo con mio enorme stupore una geisha che molto gentilmente si lascia fotografare. Le due vie sono davvero incasinatissime ed offrono ai turisti, occ e non, una moltitudine di negozi di souvenir di dolci in particolare. Percorriamo la strada fino alla fine seguendo il flusso della gente sino ad arrivare ad un altro famosissimo tempio di Kyoto: il Kiyomizu-dera, tempio famoso per la sua terrazza. Anche questo tempio è ovviamente a pagamento ma merita davvero la visita anche se è affollatissimo. Complice il bel tempo riusciamo ad ammirarlo in tutto il suo splendore scattando una miriade di fotografie. Lasciamo il tempio e non senza qualche difficoltà riusciamo a raggiungere il quartiere di Gion anch’esso animatissimo di turisti. È abbastanza tardi quindi per pranzo decidiamo di abbandonare la cucina giapponese e di prendere dei sandwich in un bar i cui camerieri non sono proprio dei fulmini, ma … pazienza. Dopo pranzo passeggiamo ancora un po’ per il quartiere senza però incontrare alcuna geisha, ma si sa che è più facile incontrarle nel tardo pomeriggio o nelle prime ore della sera quando si stanno recando nelle sale da tè. Decidiamo di spostarci ancora e, sempre grazie agli autobus, raggiungiamo il Nijo-jo castello di Kyoto che però la guida non decanta e che quindi ci accontentiamo di vedere dal fuori visto che nei prossimi giorni visiteremo anche il Himeji-jo, uno dei castelli più famosi del Giappone. La nostra guida consiglia in zona, non proprio vicino ma grazie alla metropolitana facilmente raggiungibile, il Nishiki Market, mercato coperto con tantissime bancarelle con una varietà pazzesca di cibi. Nonostante il mercato sia quasi prossimo alla chiusura ( ore 17.00) è ancora animatissimo e fra i visitatori incontriamo anche alcuni ” occ “. L’ultima meta della giornata è l’International Manga Museum, che come dice il nome è il museo dei manga ed ospita una collezione di circa 300.000 volumi. L’edificio che lo ospita un tempo era una scuola elementare ed è il luogo ideale per conoscere questi famosi fumetti. Il museo per noi è un po’ una delusione perché ci aspettavamo più tavole di disegni, mentre il museo altro non è che una enorme biblioteca disposta su più piani con una miriade di fumetti. La particolarità è data dal fatto che i manga si possono tranquillamente prendere e leggere tanto che in ogni angolo si può trovare qualcuno concentrato nella lettura. Solo al primo piano vicino all’ingresso è possibile trovare dei manga non in giapponese e fra questi anche alcuni in italiano. Anche noi ne approfittiamo e ci prendiamo un manga che andiamo a leggere nel tranquillo giardino esterno. Ritorniamo in hotel per un po’ di relax, mentre per la cena riprendiamo il bus e torniamo a Ponto-cho, altro quartiere storico della città. Ponto-cho è uno stretto vicolo splendido alla sera quando gli edifici in legno e le lanterne accese gli conferiscono un’atmosfera particolare. Anche qui è possibile fare l’incontro delle geishe dirette ad un appuntamento. Ed è proprio quello che avviene anche a noi. Mentre siamo alla ricerca di un ristorante per la cena ci troviamo di fronte una geisha ed una maiko che in tutta fretta si allontanano impedendoci di scattare una fotografia. Che emozione però … in una sola giornata abbiamo incontrato tre geishe. Dopo questa emozione, mia soprattutto ( mi sembra di essere entrata nel film Memorie di una Geisha ), continuiamo la ricerca del ristorante per la cena. La scelta non è proprio semplice sia perché i prezzi sono più alti rispetto al solito ma soprattutto perché la maggior parte dei ristoranti ha menù esclusivamente in giapponese. Alla fine scegliamo uno strano locale in cucinano diverse varietà di tempura abbinati a salse o limone. Il menù prevede un numero predefinito di pezzi ( 8, 12 o 14) e non è possibile scegliere gli ingredienti ma è sufficiente dire cosa non piace. Ci si siede attorno al bancone ed il cuoco prepara man mano i diversi tempura abbinandoli a salsa di soia, limone o altre salse. Alla fine mangiamo bene anche se in quantità minore rispetto alle sere precedenti. Questa è anche la sera in cui spendiamo di più restando però sui 30 euro in due. Facciamo ancora una passeggiata nella animatissima zona e poi ritorniamo in hotel.
24 settembre
Colazione: a base di donuts in un locale all’interno della stazione di Kyoto 540 Yen
Pranzo: in uno shokudo a Nara 1800 Yen
Cena: ristorante specializzato in okonomiyaki all’interno del Centro Commerciale Isetan della Kyoto Station 2850 Yen
Pernottamento: Hotel Gran Via Kyoto www.granviakyoto.com 100 euro
Visto il perdurare delle condizioni meteo, decidiamo di andare a Nara altro must durante un viaggio in Giappone. Nara fu capitale dal 710 al 794 ed ora è un luogo di alto interesse artistico e turistico tanto da essere stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Raggiungere la città dalla stazione di Kyoto è piuttosto semplice grazie ad un treno diretto che collega le due città. In stazione dopo il solito timbro diventato oramai un rituale facciamo una sosta nell’efficientissimo Ufficio Turistico dove, recuperata una dettagliatissima cartina, partiamo alla scoperta della città. I principali monumenti della città si trovano tutti piuttosto vicini ed inglobati all’interno del Nara Koen, un enorme parco la cui caratteristica è quella di ospitare 1200 simpaticissimi cervi. Per raggiungere il parco è possibile utilizzare un autobus che parte dalla stazione oppure fare una breve camminata di una decina di minuti in una via abbastanza carina e piena di negozi di souvenir. Il primo tempio che incontriamo è il Kokufu-ji, particolare per le due pagode a tre e cinque piani che lo caratterizzano. Subito oltre il tempio inizia il parco. Inizialmente restiamo molto stupiti perché non incontriamo i cervi, ma man mano che ci avviciniamo al Todai-ji, il più famoso della città, aumentano i turisti ma anche i cervi. Sul viale che conduce al Todai-ji negozi e venditori ambulanti offrono alla modica cifra di 150 Yen dei biscotti per i cervi. Come gli altri turisti anche noi non ci tiriamo indietro e li acquistiamo e qui inizia il bello. Appena i cervi si accorgono del nostro acquisto veniamo immediatamente circondati da loro che senza timore si avvicinano alle mani e le leccano. Ad un certo punto io circondata da tantissimi cervi che mi leccavano da ogni lato, passo i biscotti a Giovanni che viene letteralmente preso d’assalto tanto da distribuire biscotti in continuazione. In un baleno un cervo si avvicina a Giovanni e dalla tasca posteriore dei pantaloni gli prende la cartina di Nara ed inizia a mangiarla. Non c’è biscotto che tenga ed il cervo non molla la mappa che continua a mangiarsi con tranquillità. Dopo la divertente pausa con i cervi proseguiamo verso il Todai-ji che già dal fuori mostra la sua imponenza. Infatti al suo interno si trova un grande Buddha che anche noi, nonostante l’ambiente molto scuro, tentiamo di fotografare . il Buddha è una delle statue più grandi al mondo ed è alto 16 metri e raffigura il Buddha cosmico. All’interno della sala si trova anche un’attrazione particolare: un pilastro in legno con una cavità alla base dove, secondo la tradizione, chi riesce ad infilarsi raggiungerà l’illuminazione. Noi vediamo solo dei bambini, mentre la nostra guida racconta che sono numerosi gli adulti che ci provano rimanendo incastrati. Saliamo attraverso una strada immersa nel bosco ed animata da turisti e cervi fino ad arrivare al Nigatsu-do dove saliamo sulla grande terrazza che offre una vista sulla città sottostante. In questo tempio per la prima volta troviamo una strana abitudine: i monaci mettono a disposizione di tutti i visitatori del tè verde o dell’acqua a condizione che le tazze utilizzate vengano sciacquate. La nostra prossima meta è il tempio Kasuga Taisha, meglio conosciuto come tempio delle lanterne . per raggiungerlo percorriamo una strada piuttosto animata e piena di negozi e ristoranti. Visto l’orario decidiamo di fermarci a pranzo in uno shokudo, ristorante tipico giapponese e molto diffuso caratterizzato ancora dalle classiche riproduzioni in plastica. In vetrina veniamo attirati da un bento che poi scopriremo essere uno ” for child” ; non c’è nessun problema e ci viene servito comunque ed anche qui è una scelta davvero ottima. Terminato il pranzo proseguiamo verso il tempio delle lanterne e subito comprendiamo il motivo di questo nome perché già lungo la strada ce ne sono tantissime in pietra. Il tempio a differenza di quanto detto dalla guida non è più ad ingresso gratuito ma noi decidiamo tuttavia di entrare perché sembra molto carino e poi ci sono così tante lanterne. La visita richiede circa una mezzora e poi camminando sempre attraverso il Nara Koen riprendiamo la via della stazione siccome abbiamo esaurito il nostro programma giornaliero. Sulla strada ne approfittiamo anche per entrare in qualche negozio approfittando per un po’ di shopping ed io finalmente trovo lo yukata che cercavo. Prima di rientrare in hotel ci fermiamo nella cittadina di Inari a pochi km da Kyoto per visitare il famosissimo Fushimi Inari, santuario reso famoso dal film Memorie di una Geisha e caratterizzato da un sentiero di circa quattro Km costeggiato da centinaia di torri rossi. Purtroppo il santuario nella parte dei Torii è immerso nel bosco e quando arriviamo sono da poco passate le diciassette ed inizia ad esserci buio. Tentiamo comunque di scattare qualche fotografia che rende almeno in parte merito a questo splendore. Secondo noi in una visita alla città di Kyoto questo tempio non deve essere saltato perché merita davvero, a parte le tantissime zanzare . Rientrati a Kyoto visto che è ancora abbastanza presto ci dedichiamo all’acquisto di altri souvenir fra cui le famosissime kokeshi doll nel centro commerciale all’interno della Kyoto Station. Per cena decidiamo di restare ancora nella stazione e di provare una specialità della città l’okonomiyaki, una via di mezzo tra un’omelette ed un pancake che unisce foglie di cavolo ad un impasto formato da acqua, farina e uova. Il tutto viene cotto e fornisce la base alla quale verranno aggiunti altri ingredienti, solitamente carne e vegetali. La scelta è stata davvero pessima perché questo piatto non è piaciuto a nessuno dei due anche se siamo contenti di averlo provato.
25 settembre
Colazione: sempre i donuts all’interno della Kyoto Station 540 Yen
Pranzo: ristorante lungo la Tetsugaku-no-michi 1500 Yen
Cena: ristorante a Sanjo-dori 3237 Yen
Pernottamento: Hotel Gran Via Kyoto www.granviakyoto.com 100 euro
Oggi ci aspetta un’altra intensa giornata di visite che prevede anche diversi spostamenti da una parte all’altra della città, quindi decidiamo di acquistare nuovamente il pass giornaliero per gli autobus e la metro. Prima tappa della giornata è l’Imperial Palace, palazzo imperiale visitabile gratuitamente con un tour guidato. Le visite si svolgono due volte al giorno alle 10 ed alle 14 e sono prenotabili presso la Imperial Household Agency. Una volta raggiunta l’agenzia è necessario compilare uno stampato e presentare il proprio passaporto e le visite sono prenotabili solo in giornata. Noi scegliamo la visita delle dieci del mattino ed in attesa dell’orario passeggiamo nell’enorme parco che circonda il castello cercando di scorgerlo in qualche angolo. Alle dieci in punto, ovviamente in Giappone, inizia il nostro tour guidato; siamo un gruppo abbastanza numeroso prevalentemente di “occ” e la visita si tiene in lingua inglese. La visita non prevede visite all’interno ma solo esternamente ma permette di vedere angoli molto belli in particolare nella zona del giardino. Terminata la visita riprendiamo la metropolitana proprio fuori dal castello e ci spostiamo nella zona di Higashiyama . E’ una zona davvero molto bella con tantissimi templi tanto che dobbiamo fare delle scelte visto il tempo limitato. Decidiamo di visitare solo il Ginkaku-ji, meglio noto come Padiglione d’argento. E’ possibile raggiungere questo tempio in autobus oppure a piedi percorrendo la famosa Tetsugaku-no-michi, un sentiero pedonale a ridosso di un canale circondato da ciliegi meglio noto come ” Passeggiata del filosofo”. La passeggiata è molto bella ma credo che dia il meglio di sé nel periodo dell’Hanami, la fioritura dei ciliegi come dimostrano le tante fotografie presenti nei negozi di souvenir. Inizialmente la passeggiata sembra deserta ma man mano che ci si avvicina al tempio aumentano i turisti ma anche i negozi di souvenir ed i ristoranti dove anche noi facciamo una breve sosta per il pranzo. Attraverso una stretta viuzza con ai bordi diversi negozi arriviamo alla nostra meta il Ginkaku-ji e qui troviamo una bella sorpresa: nel tempio sono in corso dei lavori di ristrutturazione che lo coprono completamente e lasciando visitabili esclusivamente i giardini. A questo punto noi preferiamo lasciar perdere e con l’autobus ci spostiamo nuovamente sino a raggiungere il Sanjusangen-do, un tempio caratterizzato da un edificio lungo e stretto dove sono contenute 1001 statue di Kannon, dea buddhista della misericordia dotata di 1000 braccia. Al centro della sala si trova una immagine più grande fiancheggiata su entrambi i lati da 500 statue più piccole . in realtà le statue non hanno 1000 braccia, ma solo 40 secondo la tradizione buddhista che vuole che 40 braccia corrispondano a 1000 perché ciascun braccio salva 25 mondi. All’interno della sala dove ovviamente si entra senza scarpe, sarebbe proibito fotografare ma noi non riusciamo a farne a meno perché la sala è davvero molto particolare. Terminata la visita al tempio che richiede una mezz’oretta ci spostiamo nuovamente verso una zona in periferia di Kyoto, la zona di Arashiyama per vedere la foresta di bambù. Raggiungere la zona non è comodissimo perché si deve prender prima la metropolitana e poi un autobus. Scendiamo dall’autobus vicino al fiume e non senza difficoltà raggiungiamo la foresta che ovviamente non ha un indirizzo specifico. Anche questa zona è davvero molto animata con tantissimi turisti che si dedicano alla visita dei numerosi templi inseriti nella foresta. Noi percorriamo solo un breve tratto della foresta di bambù per poi ritornare sui nostri passi e girovagare nella zona attorno al fiume. Sempre in autobus rientriamo in hotel osservando la città dal finestrino. Per la cena decidiamo di ritornare nella animatissima zona di Sanjo-dori vicino a Ponto-cho. Scegliamo un ristorante a caso basandoci sui menù ed anche qui siamo davvero fortunati perché ci troviamo davvero molto bene. La zona è davvero molto animata anche se la maggior parte dei negozi sono in fase di chiusura mentre restano aperti solo i ristoranti e soprattutto le numerosissime sale Pachinko ed i karaoke. Dopo un’ultima passeggiata rientriamo in hotel per l’ultima notte a Kyoto . domani ci aspetta un nuovo spostamento verso Hiroshima. Kyoto ci ha proprio stupito perché è una città bellissima con innumerevoli punti di interesse tanto che una settimana non sarebbe sufficiente per vederli tutti.
26 settembre
Colazione: sempre donuts 600 Yen
Pranzo: Mc Donald’s a Hiroshima 1200 Yen
Cena: ristorante nel centro di Hiroshima 2940 Yen
Pernottamento: Hotel Sunroute Hiroshima
euro 59,80
Oggi ci aspetta un’altra giornata di spostamenti che prevede l’arrivo nella tristemente famosa città di Hiroshima. Kyoto ci saluta con una pioggia torrenziale che però noi evitiamo essendo già all’interno della stazione e con lo shinkansen in meno di due ore percorriamo i 380 km che separano le città. Come ho già scritto anche nei giorni precedenti viaggiare su questi treni è davvero Uno spettacolo perché molto tranquilli ed ordinati e più simili a un aereo che ad un treno, almeno valutando i nostri standard. Quando arriviamo alla stazione di Hiroshima il tempo non è bellissimo ma almeno non piove. Il nostro hotel si trova vicino al famoso Peace Memorial Park e per raggiungerlo dobbiamo per forza utilizzare i mezzi. Proprio fuori dalla stazione si trova il capolinea di molti autobus e, grazie alle indicazioni di una gentilissima addetta dell’Ufficio Turistico, arriviamo senza alcun problema in hotel. Purtroppo la nostra stanza non è pronta quindi lasciamo i bagagli e dopo un veloce pranzo al Mc Donald’s , partiamo per la nostra visita alla città. Visto il migliorare delle condizioni meteo decidiamo di spostarci nella vicina isola di Miyajima che dista dal centro città circa un’ora. È possibile raggiungere il porto di imbarco o con il tram che parte dalla stazione oppure con la linea ferroviaria della JR e da qui con un ferry boat , in un a decina di minuti, si arriva sull’isola. L’isola è famosa per il suo splendido Tori galleggiante considerato uno dei tre più belli panorami giapponesi in quanto con l’alta marea il Tori viene in parte coperto dall’acqua. Appena scesi dal traghetto anche qui, come a Nara, ci vengono incontro diversi cerbiatti che per nulla intimoriti si avvicinano ai turisti in cerca di cibo. Per arrivare al Tori si percorre una strada che da un lato costeggia l’oceano dall’altra, invece, è costellata di negozi di souvenir che noi evitiamo per arrivare in fretta al Tori. Essendoci la bassa marea il Tori non è coperto da acqua e noi, come tutti gli altri turisti, andiamo proprio sotto il Tori per fotografarlo da tutte le possibili angolazioni. Il Tori rappresenta la porta di ingresso del Itsukushima-Jinja , un santuario che con l’alta marea viene coperto in parte dall’acqua. Vedendolo dall’esterno decidiamo di non visitarlo ma di fare una passeggiata sull’isola evitando però di salire sulla sua vetta seppur consigliato dalla guida visto il nostro tempo a disposizione. Facciamo una sosta per fotografare la grande pagoda arancione a cinque piani e poi passeggiamo lungo l’oceano sempre accompagnati dai numerosi cerbiatti che mi rubano addirittura dalle mani un fazzoletto di carta . boh, sono davvero tremendi .. In lontananza, immerso nel verde, vediamo il profilo di un altro tempio e saliamo scoprendo che si tratta del Daisho-inn , tempio della setta Shingon ( ingresso Gratuito) che pur non essendo molto considerato dalla nostra Lonely ci sorprende molto. Infatti, in tutto il tempio sono disseminate tantissime strane statuette rappresentanti dei Buddha di piccole dimensioni, oltre ad un laghetto con enormi carpe. Restiamo un bel po’ nel tempio visto che si distribuisce su più livelli. Quando scendiamo sulla strada di ritorno verso il ferry boat decidiamo di passare nuovamente vicino al Tori per ammirarlo ancora una volta e con grande sorpresa ci accorgiamo che è già coperto dall’acqua grazie all’alta marea. È uno spettacolo magnifico che noi continuiamo ad immortalare per poi rientrare verso il ferry boat curiosando fra i diversi negozietti. Soddisfatti per la splendida giornata rientriamo sulla terra ferma e da lontano ammiriamo ancora una volta lo splendido panorama del Tori galleggiante che non per niente è uno dei tre più bei panorami del Giappone. Credo che questa ” cartolina” resterà per molto tempo nella mia mente insieme a molte altre splendide immagini ammirate in questo viaggio. Sulla strada di ritorno al nostro hotel passiamo per il Peace Memorial dove non possiamo non fermarci ad osservare l’A-Dome unico edificio rimasto, in parte intatto, dopo la caduta della bomba atomica. Passare in questi luoghi ci fa venire i brividi pensando alla tragedia di quella giornata ed alle sue successive conseguenze. Il nostro hotel si trova poco distante dall’A-Dome tanto che dalla nostra finestra lo vediamo tranquillamente anche se, a differenza delle fotografie viste da casa, non siamo riusciti a vederlo illuminato. Per cena andiamo in una zona vicino all’hotel, considerata il centro della città, molto animata e piena di ristoranti italiani in particolare che però noi evitiamo. Dopo una breve passeggiata rientriamo in hotel visto che soffia anche un vento abbastanza fresco. Rientrati in camera proviamo l’ennesima bibita acquistata nelle onnipresenti macchinette giapponesi. Dopo aver provato già bibite da noi sconosciute come la mitica CC Lemon, la Fanta Grape o la Peach, questa sera proviamo una Fanta in lattina con degli strani disegni. Quando la apriamo la bibita è la classica Fanta che però invece di essere liquida è gelatinosa.
27 settembre
Colazione: Starbucks 800 Yen
Pranzo: bento nel parco del Himeji-jo 1120 yen
Cena: ristorante nella zona di Minami 3429 Yen
Pernottamento: Hotel Ramada http://www.ramada-osaka.com 78,04 euro
Dopo la colazione da Starbucks, dedichiamo la prima parte della mattinata al Peace Memorial Park ed ai suoi monumenti. Questo parco vuole sottolineare l’importanza della pace e commemorare tutte le vittime di quel tragico 6 agosto del 1945. Nel parco oltre all’A-Dome sono raggruppati tutti monumenti simboli della città, tutti molto toccanti anche perché ci troviamo all’interno del parco proprio alle 8,15, orario in cui cadde la bomba. Per prima cosa visitiamo il Cenotafio in cui sono riportati i nomi di tutte le vittime ed in cui arde la Fiamma della Pace che verrà spenta solo quando verrà distrutta anche l’ultima arma nucleare. Poco oltre si trova forse il monumento più toccante il Children’s Peace Monument dedicato alla famosissima Sadako, meglio conosciuta come la ragazza della gru. Infatti quando a dieci anni si accorse di essere stata colpita dalla leucemia, Sadako iniziò a costruire gru in carta pensando che se ne avesse costruite 1000 sarebbe guarita. Purtroppo ciò non avvenne e la sua impresa fu proseguita dai suoi compagni di classe e poi dai moltissimi visitatori che portano al monumento tantissime gru di carta colorata. Vedere questo monumento e le gru colorate che lo decorano fa davvero venire i brividi e non ci sono parole per descrivere la tristezza sui nostri volti e su quelli degli altri turisti, giapponesi in particolare. Da lì proseguiamo verso il Memorial Peace Museum, un museo in cui è raccontata la storia della tragedia e sono raccolti anche i cimeli. Anche il museo è davvero molto coinvolgente tanto che diverse volte mi sono sentita riempire gli occhi di lacrime in particolare nella seconda parte dedicata alla storia dei morti e dei superstiti. Il museo, progettato insieme a parte del parco dall’architetto giapponese Tange Kenzo , è ad ingresso praticamente gratuito tranne per l’irrisoria cifra di 50 Yen. Lasciamo l’hotel abbastanza angosciati con la speranza che un episodio simile non si possa più ripetere e rientriamo nel nostro hotel che tra l’altro è stato costruito proprio nel punto dove è stata lanciata la bomba in quel lontano 1945. Riprendiamo i nostri bagagli ed alle 10,46 riprendiamo il treno verso la nostra ultima tappa della vacanza, la città di Osaka. Lasciamo Hiroshima molto colpiti perché, come anche le guide riportano, la città si è ripresa molto bene dal tragico evento della bomba atomica e si presenta come una città moderna, piena di vita e di giovani sempre alla ricerca dei divertimenti. Prima di arrivare ad Osaka decidiamo di fare una sosta ad Himeji, cittadina lungo la strada famosa per il suo splendido castello. Essendo in transito abbiamo con noi anche i bagagli che, come letto in praticamente moltissimi altri diari, lasciamo in deposito nelle cassette di sicurezza della stazione. Il sistema non è proprio economico ma davvero utilissimo tanto che poco dopo il nostro arrivo non si trova più una cassetta vuota. A piedi raggiungiamo il non vicinissimo castello, ma prima di entrare ci fermiamo per pranzo. Decidiamo di prendere un bento da asporto e ci fermiamo a mangiarlo nel parco fuori dal castello . Il Himeji-jo è considerato uno dei più bei castelli giapponesi anche per il fatto che è uno dei pochi visibili nella sua struttura originale risalente al 1580. L’accesso al castello prevede due diverse tipologie di biglietto: uno prevede il solo ingresso al castello, mentre il secondo oltre al castello prevede anche l’ingresso al vicino Koko-en per un totale di 720 Yen anziché 900. Il castello soprattutto dal fuori è molto bello in particolare per la bellissima architettura dei suoi tetti ed è possibile anche visitarlo all’interno salendo sino all’ultimo piano ( il settimo) della Main Tower. L’interno non presenta nulla di particolare se non alcuni documenti riguardanti i samurai ma una volta raggiunta la vetta è possibile stampare l’ennesimo timbro dedicato al castello. Terminata la vista al castello raggiungiamo il vicino Koko-en, un parco suddiviso in nove differenti giardini ognuno con particolarità proprie ma tutti richiamanti lo stile Edo in cui si possono trovare ruscelli, laghetti, un pergolato e molto altro ancora. Con la visita di questo bellissimo e meritevole parco termina la nostra sosta nella cittadina di Himeji. Rientriamo in stazione e, recuperati i bagagli, partiamo alla volta di Osaka ultima tappe del nostro viaggio nel paese del Sol Levante. Le due città distano circa un’ora di treno e poi con la metropolitana raggiungiamo il nostro hotel, il Ramada. Dal fuori l’hotel è molto bello così pure gli spazi comuni mentre la stanza che ci viene riservata è davvero molto piccola , la più piccola e scadente di tutta questa splendida vacanza. Per cena decidiamo di raggiungere sempre con la metropolitana, Osaka è una città piuttosto grande, la zona di Minami che secondo la Lonely Planet è il luogo migliore dove trascorrere la serata. Ed effettivamente appena usciti dalla metro ci troviamo di fronte a tantissima gente che anima le strade e le gallerie circostanti animatissime di locali, ristorante e delle immancabili sala pachinko. Per la cena scegliamo ancora una volta a caso ed anche questa volta mangiamo bene seppur nessun cameriere parli inglese e ci affidiamo alle onnipresenti fotografie dei piatti. Terminata la cena facciamo ancora una passeggiata nella galleria dove oramai molti negozi sono chiusi ma ancora animatissime e tra l’altro riusciamo pure a scovare una wi-fi gratuita di cui approfittiamo immediatamente.
28 settembre
Colazione: Starbucks 800 Yen
Pranzo: ristorante a Minami 1800 Yen
Cena: ristorante a Umeda 2428 Yen
Pernottamento: Hotel Ramada http://www.ramada-osaka.com 78,04 euro
Ed eccoci così arrivati alla fine di questa splendida vacanza in quanto oggi purtroppo è l’ultimo giorno in Giappone. Dedichiamo la giornata alla scoperta di Osaka che a dire il vero non è nulla di particolare ma noi abbiamo deciso di tenerla coma tappa finale avendo poi da qui il volo di rientro. Il tempo questa mattina non promette bene perché piuttosto cupo. Dopo la colazione da Starbucks ( ma li apriranno mai in Italia??) andiamo alla scoperta di questa città che già di primo acchito non ci sembra nulla di eccezionale, ma pazienza .. Decidiamo di seguire i consigli della nostra guida e restiamo ad Umeda per la visita dello Umeda Sky Building ad una decina di minuti a piedi dal nostro hotel. Il palazzo è davvero molto innovativo e particolare e nei paini più alti si trova anche un osservatorio che però visto il tempo preferiamo saltare. Carina, invece, la Takimi-koji Alley, la riproduzione di una antica via commerciale del periodo Showa nella parte interrata del palazzo. Da qui con la metropolitana ci spostiamo nella zona di Den Den Town , la versione locale della Akihabara di Tokyo, dove la maggior parte dei negozi vende prodotti di elettronica tranne alcuni di gadgets e di manga. In questa zona come nel resto in gran parte di Osaka, gli ” occ ” sono davvero pochi , ma il quartiere è davvero carino e qui Giovanni trova finalmente il negozio Gundam’s dove rivive la propria infanzia e fa anche un po’ di shopping. A piedi rientriamo nella vicina Minami caratterizzata da lunghissime gallerie coperte piene di negozi, ristoranti, locali ed ovviamente sale pachinko. Ne approfittiamo per pranzare e poi proseguiamo la nostra passeggiata sotto i portici ed ecco comparire davanti a me uno store originale della famosissima Hello Kitty, l’adorato gattino dei giapponesi. Il negozio, originale Sanrio, vende tantissimi gadget ed ovviamente anche io non posso esimermi dall’acquistarmi una bellissima maglietta. Sempre tramite i portici si può arrivare anche nella zona di Dotombori, quartiere dei divertimenti notturni della città ma animatissimo seppur siamo in pieno giorno. Molto particolari sono le insegne di ristoranti e locali che noi non possiamo non fotografare. Dopo un passaggio sulla Montenapoleone di Osaka ed una sosta all’Apple Store per scroccare un po’ di internet gratis entriamo in un simpaticissimo quartiere, Amerika Mura, piccola zona di negozi e ristoranti alla moda frequentatissima dai giovani giapponesi amanti del mito americano. Questa zona è anche molto frequentata dalle ragazze Colsplay che sono vestite in modo stranissimo; entro anche in un negozio del genere ben lontana dall’idea di comprare qualcosa. Visto che è ancora piuttosto presto riprendiamo la metro e ci spostiamo nella zona dell’Osaka-jo, il castello di Osaka. Ci accontentiamo di vederlo dal fuori e di scattare qualche fotografia, mentre inizia a piovigginare. Proprio di fronte al castello si trova una zona con moderni grattacieli con all’interno centri commerciali. Fra di essi merita sicuramente una visita lo showroom di Panasonic dove ammiriamo le ultime novità in circolazione. Per la cena restiamo nella zone del nostro hotel in modo da rientrare presto per preparare i bagagli visto che il nostro volo è piuttosto presto. E così finisce il nostro viaggio alla scoperta di questa splendida terra. Domani ci aspetta una giornata ancora intensa interamente occupata dal volo aereo che ci riporta a casa.
29 settembre
Colazione: in aeroporto a Tokyo 700 Yen
Pranzo: in volo
Cena: in volo
Pernottamento: in volo
Oggi è davvero una levataccia. Alle 5.30 suona la nostra sveglia ed alle 6.00 siamo già sul taxi che ci porta in aeroporto. È la prima volta che in vacanza ci capita di prendere un taxi ma avendo il volo così presto non c’è un’altra alternativa visto che la metro apre alle sei ed il tragitto richiede più di mezz’ora. Il taxi, invece, visto l’orario è molto più veloce ed alle 6,15, con davvero largo anticipo, entriamo ad Hitami, l’aeroporto di Osaka adibito ai voli nazionali. Depositiamo i bagagli e girovaghiamo nel piccolo aeroporto in attesa del nostro volo aereo. Puntualissimi alle 8.20 decolliamo verso Tokyo lasciando Osaka sotto un forte acquazzone. Il volo della durata di un’ora e venti minuti è davvero molto comodo ed in perfetto orario arriviamo a Tokyo. L’aeroporto di Tokyo Narita è davvero spettacolare con una zona duty free splendida con un’offerta davvero ampia e dove ne approfittiamo per acquistare del sakè approfittando anche di un buono sconto di 5oo Yen, offertoci da un gentile signore giapponese. In aeroporto si trova anche un Yahoo Cafè, dove gratuitamente è possibile connettersi ad internet presentando solo la propria carta di imbarco ed il passaporto. Ci sono a disposizione moltissimi PC ed è possibile restare tutto il tempo che si vuole. In questo modo il tempo di attesa dello scalo trascorre in modo veloce ed alle 13.40 ci imbarchiamo sul volo Jal verso Milano. Il volo trascorre abbastanza veloce anche se dodici ore di volo iniziano ad essere tante ed alle 19.00 atterriamo a Milano. La nostra vacanza è purtroppo finita ma degli splendidi ricordi resteranno nella nostra mente.
Potete vedere le foto di questo viaggio nel sito di Moira e Giovanni http://www.fotoinviaggio.it
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