di Sabina e Ivo –
C’è un vento Fortissimo e noi rinchiusi in macchina a parlare Lontani dal mondo siamo in cerca di un segnale Che fare il buio ti spaventa e vuoi fuggire lontana e un po’ ti senti strana E I sogni son desideri e milioni di pensieri Nei ritagli di tempo aspettando il tuo momento E c’è una vita migliore da qualche parte amore E tu mi hai detto: partiamo! Ma non sai in quale direzione.
Che farò da domani adesso non lo so… E nel futuro cosa c’è? Io non lo so e nemmeno te …. E arriva un punto improvviso che non ci sto più dentro E quando gli occhi allagati diventano un sorriso Guardo il cielo stupito e capisco che non ho capito Che farò da domani adesso non lo so
È grande la scossa che mi divide dentro Quando dici che adesso la nostra storia ha un senso Ed io ci credo davvero, e pensando al mio passato Vivo in fondo ogni giorno come se fosse l’ultimo che Mi hai regalato combatto anche la noia a denti stretti E sorrido per ogni risultato che raggiungo E se piango rimango anche una notte intera sveglio Pensando domani sarà sempre meglio!
Che farò da domani adesso non lo so.
Sto diventando anche cattivo, un poco perché no E nel futuro cosa c’è? Io non lo so e nemmeno te !!
Thailandia 27/05 * 08/06/2005 o meglio corre l’anno 2548
E’ vero arrivi ad un punto che hai voglia di andare lontano, scoprire e riscoprirti perchè hai dentro una nuova scossa … così prendendo spunto da questa bellissima canzone Che Farò de La Differenza, seguendo la voglia di fare che abbiamo dentro e che vuole venir fuori, descriviamo ciò che abbiamo assaporato nella strabiliante Thailandia, in Bangkok, Ayutthaya, Phuket, nella totale distruzione di Phi Phi island, l’arcipelago di Pang Nga Bay, le zone devastate dallo tsunami (leggesi tsunamiì alla giapponese) e vien da pensare che si.. in effetti nel futuro cosa c’è? Io non lo so e nemmeno te .
Si prosegue, questa volta volando su Phuket, isola favolosa e arcinota località di mare che non ha certo bisogno delle ns. ridicole presentazioni, straconosciuta all over the world per le sue bellezze e per tutte le controindicazioni del caso.
Abbiamo lasciato Bangkok dopo 4 giorni di full immersion di cultura, box thai, canali mercatini e wat, ci spostiamo verso sud, dopo 1.20 h. di volo Thai e 900 km di distanza arriviamo sull’isola dell’attrazione.
Dall’alto ammiriamo il verdissimo territorio sembra quasi di atterrare in montagna essendo le sue colline completamente ricoperte di vegetazioni tropicali, foreste anzi giungle, la natura è rigogliosissima. La parte costiera e le spiagge sono punteggiate dalle piantagioni di palme da cocco, foreste tropicali all’interno, villaggi di pescatori che animano le coste e poi le tante nursery di elefanti liberi che gironzolano indisturbati attraversando le strade e tanto ancora.
Anche qui gli elefanti sono animali sacri e venerati, ma ce ne sono di meno rispetto a quelli visti in Bangkok e Ayutthaya.
Ci sono splendide spiagge bianche che ammiriamo nel casino mattutino, lasciando l’int. Airport , proseguiamo direzione sud per la ns. Karon beach, più precisamente al Front Village Hotel (www.frontvillage.com) dove alloggeremo per una nuova settimana di vita thai.
Siamo proprio entusiasti di questa vacanza, Bangkok ci ha affascinato e sorpreso, in realtà avere qualche giorno in più sarebbe stato utile, ma abbiamo optato per una vacanza di cultura e di mare-relax con l’intenzione di girare autonomamente Phuket in lungo e in largo.
Evitiamo di risiedere a Patong Beach, che abbiamo scoperto invece essere molto bella, vivacissima e allegra per i suoi negozi, i ristorantini e la sua vita notturna, alla faccia di chi la sconsiglia e a detta di chi sostiene che è famosa x le bad girls dagli occhi a mandorla (ma dove ..tutto il mondo è paese e le orientali sono anche simpatiche ) preferendo la quiete e la bellezza di Karon, l’insenatura subito sotto, famosa per la sua passeggiata lastricata lungo mare con tanto di lampioni che si accendono all’imbrunire, non c’è che dire molto romantica.. fa al caso nostro .. poi il lago sta proprio davanti al nostro terrazzo!!
Ad attenderci nella hall ci sono Mee, Tim, Joy e Klaan tutti in divisa stile coloniale, sono i ragazzi dell’hotel che ovviamente parlano zero di italiano, noi zero di thai, la mettiamo sul divertente e in inglese simpaticamente ci fanno accompagnare nel ns. alloggio.
Ci bastano poche ore per rilassarci e dopo aver mangiato tagliatelle thai con seafood, pesce in un brodino stile star vegetale schifosissimo, lasciamo il Front Village andando in avanscoperta del villaggio locale, ci orientiamo facilmente già dal primo momento e prenotiamo alla Tour e Travel 3 di Karon (l’agenzia viaggi si trova dopo la rotonda, in fianco all’ exchange money) il tris di escursioni che avevamo deciso di fare dall’Italia. Il proprietario è il simpatico Mr. TEE l’uomo dai mille sorrisi, onestissimo, il gigante buono anzi buonissimo, bonaccione ci piace subito perché ride sempre e ci consiglia lui stesso di chiedergli lo sconto, perchè lui adora gli italiani (furbet) ma non sopporta gli australiani, dice sono tutti così belli biondi palestrati ma ..troppo pavoni.
Bene, non perdiamo tempo cambiamo gli euro in bath (1€ = 50 bath, in Phuket il cambio migliore è stato di 47.50 circa) pianifichiamo insieme a Tee il calendario delle escursioni, da fare quando si vuole, basta confermargli i nominativi entro le 7 p.m. de gg. prima .
Iniziamo l’indomani con l’interno del golfo del Siam al parco marittimo di Phang Nga Bay nella parte della costa orientale dell’isola, la seconda sarà verso sud nel mitico mare delle Andamane per Ko PHI PHI e la terza a Ko Rawai nell’estremo sud, senza dimenticare ovviamente il Phuket center, o meglio come dicono i thai Phuket town.
Nessun turista visitatore o viaggiatore che si voglia definire tale, deve trascurare di farsi una gita in barca nel fantastico mare di Phuket, tutt’intorno limpidissimo, fondali trasparenti , è proprio vero che dopo il 26.12.2004 la natura si è rigenerata e le spiagge sono candide, con la sabbia colorata che ricorda il miele, gli ibiscus e i cocchi dappertutto e ovviamente filari di palme.
Tra i luoghi più famosi c’è il parco di Phang Nga Bay che tutti chiamano l’isola di J.B. * James Bond , perché qui sono stati girati ben due film, uno con Roger Moore e l’altro con il mitico Sean Connery “The man with the golden gun”, correva l’anno 2529, il panorama è uno spettacolo da brividi.
Il pick up dall’hotel è previsto per le 7 a.m. ci vuole circa 1 ora di pulmino per arrivare al porto di Sirey Port Island, dove si raccoglie il numero e a seconda della destinazione prescelta si sale a bordo di un catamarano che ci porta a spasso tra centinaia che dico centinaia, migliaia di speroni rocciosi.
Lasciando il porticciolo l’equipaggio si presenta a noi ragazzi inesperti e un pochino impreparati, riceviamo qualche informazione sul tragitto e su come comportarsi in caso di high tide (con l’alta mare le scene di panico aumentano dice ridendo… so don’t worry bros!) e a ogni coppia viene assegnato un canoista personale, noi siamo abbinati a Nang (e non Nan che vuol dire acqua) lui ci accompagnerà alla scoperta delle grotte lungo la jungle rocky islands.
Abbiamo optato per l’escursione in canoa per il tragitto di 4 isole, da Panak a Hong island in tutto 2 ore scarse, non tutti la fanno perchè dicono essere cosa da intraprendenti, non è vero consigliamo di provarla è indimenticabile e divertente al tempo stesso, per nulla pericolosa, l’unico appunto portare a bordo un potente insettifugo, siamo stati letteralmente assaliti da zanzare voracissime.
Con noi viaggiano Bruce Compagno fedele e inseparabile in tutte le ns. gite di mare, i ragazzi australiani del ns. hotel, una coppia attempata di boeri del Sudafrica, 2 coppie di Taiwan in honeymoon, ma soprattutto la coppia intraprendente della Birmania, con la loro bellissima bambina di 10 mesi, Venus, che diventa subito la mascotte, è bravissima, ride, mangia, nuota, si fa coccolare, non si perde nulla di tutto quello che fanno i “grandi”, grigliata, grotte, bagni e canoe incluse, troppo avanti!
La mattinata sulla canoa è piacevole, le sensazioni all’ inizio sono un po’ strane, c’è il timore di stare in mare aperto, da lontano sembra di vedere una fitta nebbiolina, le grotte sono scure e tetre, ma quando ti avvicini alle piccole o grandi isole che l’erosione ha modellato negli anni in forme bizzarre tutto appare in colori nuovi, le rocce sono realmente rosa, rosse, arancio altre verdi ricoperte di vegetazioni, liane mangrovie e tutto intorno l’azzurro celeste del cielo e del mare, un abbaglio!!
Si passa fra una grotta semisommersa all’altra navigando dolcemente su canoe guidate abilmente e senza essere speleologi ammiriamo le bellezze calcaree, il quarzo, le stalagmiti e le stalagtiti, le diamond cave, meglio ammassi di sale e calcare che formano cascate di diamanti dai colori favolosi, gli animali strani, pipistrelli, iguane , lucertolone, scimmie, che ci accompagnano per il sentiero noi sdraiati nella canoa e loro con la testina fuori a vedere chi passa sotto .. Un brivido in tutti i sensi.
Si rientra in barca e ci dirigiamo verso Panyee village, il villaggio musulmano dei gipsy sea gli zingari di mare, finalmente sbarchiamo e dopo aver fotografato Kao Ping Kan la grotta dalla parete verticale completamente dipinta, arriviamo al famoso e arcinoto sperone di James Bond… ma tutto qui il Duomo ?? lo credevo molto più imponente e invece a confronto delle enormi formazioni carcaree viste finora un pochino ci delude, ma dai è troppo piccolino!!!!
Ci addentriamo lungo il ponte, scendiamo sulla spiaggia e si può gustare qualcosa di particolarmente bello, tutto intorno su più livelli c’è la foresta pluviale, rocce ricoperte da muschio, radici, cascate e sentieri su e giù, e poi la sabbia nei piedi è d’oro e caldissima.
Nel tardo pomeriggio si ritorna a Karon, stanchi felici e ustionati!
Ma è l’indomani che viviamo la giornata più forte, nell’ impressionante selvaggia e pittoresca Phi Phi island il cuore del mare delle Andemane, prima a Phi Phi Lee (isola piccola ) e poi a Phi Phi Don, l’isola a forma di farfalla.
Premesso che in molti ci hanno sconsigliato qs. escursione perché dopo lo tsunami l’isola non è ancora “turisticamente parlando” pronta per la ricezione, sembra quasi che i thai ma anche gli italiani residenti, non vogliono ricordare o meglio preferiscano nascondere i danni e le rovine della grande onda , quasi fosse una vergogna!
L’assurdo è che i Thai quando parlano dello tsunami addirittura si scusano con noi per gli inconvenienti e disagi che tuttora ci sono, sembra che l’evento naturale sia stato causato per colpa loro, sono cosi adorabili e teneri, sicuramente sulla loro filosofia di vita lontana anni luce dalla nostra influisce il buddismo dove tutto è senso del rispetto, sono troppo oltre e noi troppo medioevali ..
Noncuranti decidiamo lo stesso di partire, vogliamo vedere con i nostri occhi, tremare con i nostri corpi e continuare ad emozionarci per noi stessi nei posti che alla fine dell’anno scorso hanno scosso il mondo intero. Per 6 mesi quasi quotidianamente entravamo nel sito di www.asianews.it, sentito via email gli amici lontani dell’Indonesia schioccati all’evento, e guarda caso sarà fatalità anche qui o pura coincidenza, proprio poco prima di partire, Don Fabio carissimo amico ci invita a partecipare ad un incontro a tema esordendo “Una serata intensa, perché la solidarietà non sia l’episodio emotivo di un giorno, ma uno stile di vita quotidiano” ovvero a quasi sei mesi dallo tsunami il PIME di Milano fa un bilancio della Campagna e vi aggiorneremo sulla stato dei progetti di ricostruzione.
Interessante davvero, peccato che per quella data noi saremo già sul posto, quasi a fare da testimone a chi e per chi dall’Italia vuole continuare a vivere informato e non solo, a partecipare concretamente.
Comunque senza perdere troppo il filo del viaggio torniamo alle Phi Phi, dopo aver lasciato il porto di Chalong Bay ci ritroviamo a socializzare con gli altri ragazzi della navetta, una coppia danese, 2 ragazzine cinesi, 2 coppie di hong kong e 4 ragazzotti di Vienna mitici diretti anche loro verso la meta comune.
Trascorriamo un’oretta buona prima di raggiungere Pileh Cove un’insenatura favolosa Maya Bay, favolosa si ma ormai ultrapopolare meta di turisti visto che è stato girato il film The Beach nel 1999 con Leo Di Caprio.
NUN ci spiega che prima la baia era pubblica ma sconosciuta, raggiungerla era un’impresa anche per chi viaggiava in barca, da qualche anno invece le cose son cambiate, nonostante le molte polemiche ambientaliste la troupe holliwodiana diThe Beach girò qui ininterrottamente per mesi e per questo oggi Maya bay è meta venerata di chi vuole rivivere quel sequel.
Sulla spiaggia il problema è che ci si può sostare per solo 30″, un pò pochino dato che merita molto, saliamo sul promontorio e dall’alto c’è un panorama mozzafiato, ripercorriamo i vialetti nella giungla dove Di Caprio impazzisce e fa la guerra ai coltivatori locali di marijuana ; abbiamo il tempo di fare qualche foto in spiaggia poi subito suona la sirena dalla barca, è già ora che triste è tutto finito.
Proseguiamo per Viking cave la cosiddetta grotta dei Vichinghi, abitata da circa 100 persone e famosa perché all’interno ci sono, conservate e preservate le pitture rupestri che risalgono a più di 200 anni fa, raffiguranti la caccia le persone le imbarcazioni e la vita di mare.
Inoltre qui si fanno le arrampicate sulla roccia, ci sono molti itinerari dai percorsi più o meno semplici , a noi propongono trekking alpinismo e scalate con attrezzatura caschetti e assicurazioni incluse per soli 800 1100 bath a giorno. Poco certo, però non abbiamo per niente tempo, decliniamo l’invito e nuovamente i ragazzi del posto ci indicano allora che “dovremmo” andare con loro a raccogliere i nidi di rondine, o meglio di salangane, che nidificano in estate e sono cibo prelibato per giapponesi e cinesi dispostissimi a pagare cifre assurde per averle.
Beh il problema è che per raccogliere questi nidi di rondine bisogna arrampicarsi a mani e piedi nudi sulla roccia e prima di farlo accendere incensi candeline, pregare gli spiriti per il buon rituale (tantissimi giovani sono morti cadendo dalle impalcature di bamboo non proprio adeguate!) insomma decliniamo anche qui, oltre al tempo manca decisamente anche il coraggio di salire fin lassù!
E’ quasi mezzogiorno, inizia a piovere, cosi lasciamo il mare aperto e puntiamo verso il porto principale dell’isola dove ci fermiamo a mangiare , abbiamo modo di scendere e vedere finalmente che rimane o meglio cosa è stato ricostruito sulla terra ferma.
Il clima festoso della compagnia cambia improvvisamente, tutti ci facciamo più seri o forse semplicemente più rispettosi in questo luogo fresco di morte e di dolore, la spiaggia è uno scempio, rimane in piedi l’unico hotel dell’isola dove la troupe della BBC ha alloggiato nel periodo natalizio.
Ovunque ci sono striscioni che indicano lavori in corso, si cercano volontari, si raccolgono fondi, insomma sembra di camminare sul set di un film, invece no, questa è realtà, tutto è cosi vero e così VIVO!
La gente lavora, si caricano le carriole, si getta il cemento, si misurano i muri, si contano i passi per rideterminare le distanze, tutto stranamente e faticosamente va avanti, l’importante è che si vada avanti, e anche noi spaesati procediamo, ci guardiamo intorno sinceramente senza parlare e quasi sentendoci a disagio ci avviamo verso il ristorante per mangiare qualcosa.
A tavola il gruppo europeo parla del più e del meno, questo pranzo è velocissimo Ivo e io vogliamo fare in fretta proseguire tra i piccoli negozietti e assorbire più che mai. Per le estrade i ragazzini piegano le magliettine e i pantaloni , ci sono ovunque souvenir, enormi collane di conchiglie e ancora oli candele profumi ciabatte, è merce povera esposta in modo così semplice e così caro che fa capire che è l’unica cosa che hanno!!
Questa giornata rimane incancellabile nella nostra memoria, complice la gente in gamba conosciuta e la loro assoluta sensibilità!
Rientrati a Karon consapevoli che il tempo corre e che ci sono cosi tante cose da fare, ogni giorno ce ne inventiamo una: Ritiro nel templio di wat Karon con i monaci giovani, visita alla scuola locale con tanto di intervista con il preside, giretti al Lotus centro commerciale di phuket town, partitelle serale di calcio on the beach, cenette romantiche da Mario il mitico riminese e lezioni di thai con Mee e Klan, che adesso conoscono il Ranzani nazional popolare e ci sfottono ogni volta che ordiniamo il pranzo.. okkk va bene..
C’è da dire che Malgrado lo strapotere del turismo, Phuket conserva un fascino molto bello, e necessariamente la abbiamo apprezzato molto di più per la cortesia della sua gente, sempre disponibile, senza schermi, così genuina.
La carineria di questa gente l’abbiamo provata nelle sere al rientro in hotel sulla stessa strada davanti allo stesso lago , quando ci fermano per parlare fuori dai shop indiani o cinesi, oppure in spiaggia quando gentilmente ci propongono i superbi massaggi ai piedi o la manicure, o ancora quanto solo per noi hanno preparato le verdurine sulle piastre delle bancarelle al mercato per un assaggio, o quando i camerieri fuori dai ristorantini semi vuoti intenti a sistemare i sacchi di spazzatura si girano e ti chiamano salutandoti per nome come fossi un vecchio amico.
Questa gente Comunque è capace di sorridere, magari timidamente ma sorridono.
Esplodono nella loro dolce essenza di vita e nella semplicità spontanea che ha molto da insegnarci.
Crediamo che la Vera Solidarietà sia continuare a incentivare e promuovere il turismo per la grande isola, gli sms o le donazioni sono state utili certo, ma in queste zone bisogna andare, anche e soprattutto adesso, perchè le emozioni che ti regalano questi paesaggi e la gente del sorriso, o meglio la splendida terra del sorriso davvero, ti rimangono indelebilmente dentro.
Anche questo viaggio inaspettatamente ci ha arricchito, e se Viaggiare è l’unica forma alternativa di vita che abbiamo; se viviamo per viaggiare o forse viaggiamo per vivere , una cosa è certa noi torniamo a casa convinti che il desiderio di rimanere noi stessi fondendoci con gli altri rimane sempre la cosa più importante, fuori c’è un mondo stupendo che aspetta solo di essere scoperto!!
What’s a lovely life, here in Thailand!
P.s. noi siamo ricchi dentro !
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