Jamaica no problem

di Daniela –
Finalmente è arrivato il giorno della partenza per la Jamaica, io e Cinzia siamo riuscite a ritagliare 10 gg. solo per noi malgrado un periodo di folle lavoro per entrambe… pertanto siamo decise a staccare completamente la spina. 30 Gennaio 2005
Il ns. volo parte alle 18 anzi 19 (1 ora di ritardo) da Malpensa ci spariamo
11 ore di volo interminabili (soprattutto perchè io non riesco a chiudere occhio in aereo) e finalmente alle 24 ora locale arriviamo a Montego Bay, trasferimento in pullman a Oracabessa, 4 ore 4 di viaggio, abbiamo beccato l’uomo + lento del mondo, e posso garantirvi che in Jamaica è veramente un’eccezione visto che guidano tutti come dei pazzi furiosi.
Stravolte ci godiamo un meritato riposo.

Il giorno dopo ci rendiamo veramente conto di essere in jamaica, giornata tranquilla dedicata alla tintarella con protezioni solari altissime, qualche giro in canoa, primi contatti con gli altri ospiti del resort, cerchiamo di capire dove siamo e come muoverci, in realtà senza riuscirci molto bene, infatti alla sera decidiamo di prendere un taxi per andare ad Ocho Rios (circa 20 min. di auto) becchiamo la prima fregatura… 50 dollari andata e ritorno.

Comunque è stata l’unica fregatura, infatti il giorno dopo abbiamo incontrato Gary un tassista di Oracabessa, 32 anni, una risata alla Eddy Murphy, una persona onestissima e gentile che ci ha regalato il suo tempo e la sua amicizia.
Nei giorni successivi abbiamo sempre girato con lui, insomma è diventato un amico.
Torniamo alla Jamaica, allora se decidete di fare un viaggio in questa isola meravigliosa non dovete assolutamente perdervi.

– Il contatto con la gente, sono persone carinissime, il popolo jamaicano è un popolo molto orgoglioso e dignitoso, ne hanno passate tante, pensate solo a quanti anni di schiavitù hanno dovuto sopportare, eppure basta stringergli la mano, sorridere e si può stare ore a parlare con una persona appena incontrata. Penso che non dimenticherò mai i loro occhi e i loro sorrisi e soprattutto la voglia di vivere che hanno, la esprimono continuamente, uomini e donne di ogni età. Io, con il mio inglese stentatissimo, sono riuscita a parlare con chiunque, del resto il loro inglese è molto easy, se capiscono che sei impedito ti parlano molto lentamente, anche in questo sono veramente gentili.

– Non perdetevi una messa la domenica dopo le 10, i canti gospel sono da pelle d’oca (io ho avevo i lacrimoni), noi siamo andati in una piccola chiesa di Oracabessa, eravamo gli unici white, ci hanno accolto come se fossimo degli ospiti di riguardo, il predicatore ci ha addirittura ringraziati per essere entrati nella loro casa, quando c’è stato lo scambio del segno di pace ci hanno abbracciato non so in quanti… indimenticabile.



– La discesa del fiume Rio Grande sulle zattere in bambù costruite a mano, circa 2 ore di rilassamento profondo, immersi in uno scenario da sogno.

– Le cascate Dunn’s River Falls divertente la risalita a piedi in mezzo alle cascate, si parte dalla spiaggia e si risale fino in cima, ci sono apposite bancarelle che affittano scarpette antiscivolo a 5 dollari.
Unico dramma le fiotte di turisti che risalgono in cordata dandosi la mano… se volete un consiglio passate sulla vs. destra!

– Port Antonio è sicuramente la parte più selvaggia della jamaica, la natura qui è impressionante, gli occhi si riempiono solo del verde brillante della vegetazione… in questa zona non ci sono grandi resort e strutture turistiche, anche i jamaicani si rendono conto di avere un gioiello prezioso, pertanto si trovano strutture alberghiere modeste, piccole guest house per un viaggiatore alla ricerca delle zone meno turistiche.

– Laguna blu è veramente blu, l’acqua ha un colore intensissimo, tuffatevi, ci sono correnti calde che vi avvolgeranno per poi abbandonarvi a quelle fredde.

– Ocho Rios merita il mercatino locale, troverete tantissime bancarelle dove fare i vs. acquisti, i jamaicani lavorano benissimo il legno, dalle maschere agli oggettini di ogni genere, bellissimi anche i quadri con colori veramente eccezionali, tantissimi i tipici cappellini con i colori rasta rosso il sangue, verde la jamaica, giallo il sole, nero la gente, non dimenticate di portare a casa il rum e il caffè delle blue Montain (uno dei migliori al mondo).

– Negril da vedere sicuramente, è la Rimini della Jamaica, 12 km di spiaggia bianchissima, un mare con 1000 tonalità di azzurro, tantissimi rasta, tantissime bancarelle, insomma Negril è ad uso e consumo dei turisti.

Noi ci siamo divertite tantissimo, è stato uno dei miei viaggi più belli, tornerò prestissimo in jamaica, questa volta a modo mio, da vagabonda intanto c’è il nostro amico Gary che ci darà le dritte giuste.

Buona Jamaica a tutti se decidete di visitarla…

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