di Fulvio e Mary –
Dalla foresta pluviale più antica del mondo ai grattaceli più alti e scintillanti, la Malesia è un Paese di stupefacenti contrasti. Oltre a essere uno degli Stati del Sud-Est asiatico con la maggior varietà etnica, è anche uno dei più stabili; la cordialità degli abitanti e la relativa prosperità di cui godono rendono particolarmente piacevole un viaggio in questa parte di mondo. La Malesia è un Paese a forte presenza musulmana e i suoi ordinamenti, oltre che la sua cultura, ne portano evidenti le tracce. Le giovani studentesse, riconoscibili per il candido e inconfondibile copricapo, dedicano gran parte del programma scolastico ad apprendere le parole del Profeta. Kuala Lumpur , la Città giardino, capitale della Malesia, è uno dei centri più attivi dell’Islam di questa parte del Asia.
Ma anche se è l’Islam a dominare la scena, la cultura animista dei malesi, quella cinese e quella indiana giocano un ruolo importante nella vita, aggiungendo spezie ai cibi e colori ai templi e alle feste.
Visita della capitale malese cresciuta enormemente negli ultimi anni ha suo fascino particolare, con i vecchi edifici coloniali, pagode cinesi, templi indu e moschee islamiche sovrastate dai grattacieli e complessi commerciali.
Il viaggio in Malesia dà spesso la sensazione di visitare due Paesi diversi. Si atterra all’ipertecnologico aeroporto di Kuala Lumpur e si resta bloccati nel traffico sulla strada per le rilucenti Petronas Towers, tutte acciaio e vetro: ecco un Paese , si pensa , incluso a pieno titolo nella modernità. Poi lo si attraversa fino a Kota Bahru, città sulla costa nord orientale dove i tricicli sfilano nella quiete delle vie e il mercato si arresta per la preghiera della sera, e ci si accorge che quel giudizio va un po’ rivisto.
(Kota Kinabalu \Sandakan \Kota Baru \Kuala Lumpur \Perhentiane)
Giugno 1999
1 Giorno
Dopo circa 11 ore di volo a bordo di un Boeing 767 della Malaysia Airlines eccoci finalmente arrivati all’aeroporto di Kuala Lumpur, dove dovremo attendere ancora tre ore prima di imbarcarci sul nostro volo per Kota -Kinabalu (nostra prima tappa in Borneo) Non appena arrivati all’aeroporto di KL si rimane letteralmente incantanti dall’estrema pulizia e tranquillità dell’aeroporto stesso, mantenuto in perfetta pulizia da le donne, che non appena poggi la mano su di un corrimano, eccole che alle tue spalle con straccio e alcol, cancellano ogni traccia (eccezionale ma quasi imbarazzante).
Durante il volo da Kuala Kumpur a Kota Kinabalu che dura tre ore riusciamo finalmente vedere il Borneo.
L’isola è suddivisa fra gli stati di Indonesia, Malesia, e Brunei. Possiede le vette più elevate di tutto il Sud-Est Asiatico e il più grande sistema di grotte esistente al mondo. Gli scienziati ritengono che le sue foreste siano le più antiche del pianeta, e di certo sono le più varie e prodigiose.
Dopo il nostro arrivo all’aeroporto ecco che scorgiamo la nostra guida che ci accompagnerà al “Promenade Hotel” di Kota Kinabalu, dove non appena fatta una doccia, eccoci nuovamente in strada a curiosare in questa città semideserta, e poiché non sembra esserci nulla di particolarmente interessante in strada, c’intrufoliamo all’interno di un centro commerciale. Anche qui si respira un’aria strana, si trovano gioiellerie che vendono Rolex, a fianco di negozietti che vendono scarpe d’orribile qualità e gusto, tutto senza la minima separazione tra un’attività e l’altra, quasi ad essere un mercato.
Una volta visitato il centro commerciale decidiamo di dirigerci verso l’albergo per una breve pausa e doccia. Dopodiché scendiamo nuovamente alla ricerca di un ristorante,(che troveremo nell’albergo stesso) dove dopo un veloce pasto al buffet (di dubbio gusto) ci ritireremo in camera, poiché domani ci attenderà una giornata molto movimentata.
2° Giorno
Alle 7.00 appuntamento nella reception dell’albergo, dopodiché ci dirigiamo verso l’aeroporto, dove dovremo imbarcarci sul volo per Sandakan. Arrivati a Sandakan una guida ci viene a prendere con un pulmino per condurci a visitare la cittadina per poi lasciarci in centro libero di scorrazzare .Ci trovavamo vicini il mercato coperto, pensammo quindi bene di farvi visita. Ma già lungo la strada si poteva notare il degrado e la sporcizia che ci avrebbe aspettato in seguito; scarafaggi, degni di far parte dei film Spilberg, che passeggiavano indisturbati sui marciapiedi, bambini che tranquillamente camminavano scalzi in strada, ed eccolo finalmente il Mercato. Provammo a addentrarci per vedere di che si trattasse, tutto era ok fino a che camminavamo tra i banchi di frutta e verdura, ma quando ci siamo avvicinati alla zona carni………ci assalito un odore forte! Di carne sicuramente avariata, appesa a fili all’aperto, sotto il sole, con mosche che svolazzavano da un pezzo all’altro indisturbato e gente che tranquillamente acquistava la carne per la famiglia. Decidemmo così di andarcene velocemente verso il nostro pullman cercando di non respirare quell’odore terrificante che si propagava per decine di metri dal mercato..Chissà perché da queste parti esistono ancora malattie, come la malaria? Adesso capisco! Una volta arrivati sul pullman continuiamo in direzione del porto. Qui c’imbarchiamo su di una lancetta da sei posti, che ci porterà verso il “Turtle Island Park. Arrivati sull’isola che ospita il parco (che accoglie un massimo di 15 turisti al giorno) veniamo condotti alle nostre stanze. C’è dato appuntamento una mezz’ora più tardi alla veranda del ristorante per partecipare ad un Briefing, dove ci sarà spiegato l’opera che conducono i Rangers del parco e ci sono fornite le regole di comportamento per non disturbare la natura. E’ assolutamente vietato circolare nel ristorante con le scarpe, aggirasi lungo la spiaggia tra le sei di sera e le sei di mattino, fare foto con i flash ed infine ironicamente ci si sconsiglia di non fare il bagno sul versante nord dell’isola, siccome vi sono forti correnti e visto il vicino confine con le isole Filippine, (si vedono a occhio nudo), meglio portarsi il passaporto in caso una corrente ci spingesse troppo oltre. Finito il briefing curiosiamo in giro e notiamo che davanti al ristorante vi è una specie di “orto ” con centinaia di buche, che ospitano ognuna le uova di tartarughe, che giorni prima hanno depositato sulla spiaggia. Vengono quindi “rubate” dal vero nido, e custodite in questo “orto ” in maniera da essere riparate dall’attacco d’uccelli ed altri animali.. Ogni buca contiene mediamente 60/70 uova che saranno tenute in incubazione per circa 40/45 giorni, dopodiché le tartarughine sbucheranno da sole dalla sabbia.
3° Giorno
Dopo la colazione ci fu consegnato ad ognuno di noi, un recipiente con all’interno centinaia di tartarughine che dovremo liberare sulla spiaggia.Uno spettacolo meraviglioso! Le piccole che corrono verso il mare, scomparendo poi tra le onde ,lasciate al proprio destino. E molto probabilmente che alcune di loro torneranno in età avanzata, a depositare le proprie uova, di nuovo su quest’isola. Dopo questo meraviglioso spettacolo, tutti di nuovo in barca per tornare verso Sandakan.
Arriviamo a Sandakan .
Io Mary ed altri due inglesi saliamo su di un Minivan in direzione di Sepilok. La Riserva di Sepilok accoglie un centro di riabilitazione per la reintroduzione in ambiente naturale di giovani esemplari di orango vissuti in cattività. Ci è raccomandato di evitare di portare oggetti vistosi quali bracciali, collane e di cercare di tenere nascoste macchine fotografiche e telecamere siccome gli orangi sono molto curiosi. Qualora volessero prendere qualunque delle nostre cose, meglio lasciarli fare, caso contrario si arrabbierebbero e visto la loro forza… farci del male.
Dopo circa una mezzora si intravedono i primi esemplari muoversi sugli alberi, alcuni con appesi al collo i loro piccoli (uno spettacolo commovente e mozzafiato!). Dopo qualche minuto eccoli scendere, alcuni vengono in mezzo a noi per poi risalire di nuovo sugli alberi dove i Ranger avevano lasciato loro, su apposite piattaforme di legno, caschi interi di banane che divoreranno in un batter d’occhio. E così continua per circa un’ora dando vita a scene veramente eccezionali, dopodiché si ritireranno di nuovo tutti nella giungla, e noi tristi di dover rinunciare ad un tale spettacolo della natura ci dirigeremo verso l’uscita del centro, in attesa di proseguire verso la nostra prossima destinazione.
Si prosegue a bordo di un minivan con altri due turisti inglesi si percorre una strada non asfaltata e polverosa per circa due ore, attraversando pozzanghere enormi e villaggi locali costruiti su palafitte.
Ed eccoci arrivare sulla riva di un fiume dove veniamo fatti salire su di una piccolissima imbarcazione che a malapena riesce a non affondare, lungo un fiume con l’acqua di color marrone.Dopo circa un’ora di barca si intravede un piccolo molo immerso nella fitta vegetazione.Siamo arrivati al “Rain Forest lodge” qui ci sono assegnati i bungalow (pieni d’insetti) veniamo informati che alle 22:00 sarà tolta la luce per risparmiare la corrente, siccome è prodotta da un generatore.
La cena si fa rigorosamente scalzi, seduti su di un’unica tavolata con gli altri 10 unici residenti del resort, e poi tutti a nanna presto….
4° Giorno
Ci svegliano alla nove e veniamo condotti ad un’escursione nella giungla muniti di stivaloni, dove ci viene raccomandato di stare attenti a dove si mettono i piedi poiché la giungla è popolarissima di serpenti velenosi e strani insetti, non per ultime le odiose sanguisughe che cadono addosso dagli alberi specialmente durante i violenti temporali.Un silenzio emozionante rotto solamente dà frusci delle foglie e i rumori degli animali della giungla, uccelli, scimmie, ecc, ecc. Poi si rientra per il pranzo ed il pomeriggio a bordo della solita barchetta risaliamo il fiume alla ricerca delle scimmie proboscidate che vivono solamente qui in Borneo, ed eccole sugli alberi con una lunga coda ed un lunghissimo naso (forse sono mie parenti), poi ancora continuiamo infilandoci attraverso la fitta vegetazione alla ricerca dei serpenti, che debbo dire sono mimetizzati cosi bene sui rami che malgrado ogni ramo n’ospitasse uno si riusciva a malapena a vederli e come se non bastasse veniamo condotti lungo la riva dove stazionano numerosi i coccodrilli che spesso, mangiano le scimmie che cadono dagli alberi tentando di saltare da un ramo all’altro per attraversare il fiume, e cosi dopo avere scattato quattro rullini di foto facciamo ritorno al lodge per la cena e il nostro ultimo pernottamento nella foresta…….Peccato, é stata una bella esperienza che varrebbe la pena ripetere.
5° Giorno
Sveglia presto, e via di nuovo, prima in barca e poi 3 ore di Minibus per andare alle grotte di “Gomantong”, le caverne abitate da centinaia di pipistrelli ,all’interno si sente solamente il loro rumore, sono migliaia appesi alla roccia, il pavimento della caverna è totalmente coperto di insetti che si nutrono degli escrementi dei pipistrelli di cui il pavimento è pieno (che schifo)e ad ogni passo si sente..cric….croc…in quanto camminando gli calpestiamo. E dopo di nuovo sul pulmino per tornare a Sandakan dove rivoleremo fino a Kota Kinabalu, dove trascorreremo l’ultimo giorno in Borneo.
Parco di Kinabalu è dichiarato Parco Nazionale, per tutelarne l’inestimabile patrimonio naturale, ai piedi del Monte Kinabalu, la vetta più alta del Sud-Est asiatico (4.096 metri s.l.m.). La principale attrazione del parco è proprio la sua grande montagna. Salire fino alla cima non è particolarmente difficoltoso, ma per arrivare occorono almeno due giorni, (noi non avendo più il tempo, abbiamo deciso di prendere la macchina.)
Il livello inferiore della montagna copre la foresta pluviale, ed è dimora di molti animali. Fra gli alberi vi sono gli orangi, sul fondo invece, l’orso malese. Salendo, al livello successivo si incontra la foresta umida, dove si trovano alcune delle 1000 specie di orchidee del parco, oltre a uno schieramento notevolissimo di Ficus, magnolie, muschi e piante carnivore. In vetta la montagna è nuda, battuta dai venti e dal freddo, ma offre una straordinaria veduta del Sabah. Il parco merita senz’altro la visita anche nel caso non si intendesse salire fino in vetta al Kinabalu. A Poring vi sono sorgenti calde le cui acque alimentano impianti termali all’aperto. Nelle vicinanze un percorso su passerelle consente di avvicinarsi alla volta della foresta, e ci si può imbattere nell’enorme rafflesia, che raggiunge il diametro di un metro.
6° Giorno
Sveglia alle sette, trasferimento all’aeroporto, alle 9.30 decolliamo alla volta di Kuala-Lumpur dove trascorreremo i prossimi giorni.
Ed eccoci finalmente arrivati, Kuala Lumpur, quante volte ne avevamo sentito parlare e neanche a farlo apposta sull’aereo da Roma avevano proiettato il film “Intrampment” girato proprio a KL, come la chiamano i malesi.
città veramente incantevole con un mix tra futuro e passato, con enormi grattacieli nella parte centrale, nuova e casette malconce nei sobborghi.
Alloggiamo presso l’Hotel Hilton, che sorge in un’ottima posizione centrale.Il mattino seguente ci dirigiamo verso le “Twin Tower” due enormi torri gemelle collegate al 40° piano da un ponte d’acciaio e cristallo.Incredibile!
Scopriamo che i primi tre piani sono occupati da un megalattico centro commerciale, mentre gli altri 98 piani sono adibiti ad uffici, perlopiù della compagnia petrolifera “Petronas” costruttrice delle torri stesse.
Centro commerciale con centinaia d’attività, negozi di grandi firme Europee, fast food, sushi bar, ipermercato alimentare, e tutto ciò che in una città italiana si può trovare dislocato in decine di Km quadrati di vie e viette qui è tutto accorpato in un’unica struttura.Eccezionale! Dopo aver trascorso l’intero pomeriggio nel centro, pian piano torniamo verso l’albergo.Doccia e via pronti per la cena, dove andare?….. ma certo dopo giorni di cucina Malese meglio cercare un ristorante italiano, ed eccone bello grande il “Piccolo Mondo ” dove peraltro scopriremo più tardi ci hanno clonato l’American Express, quindi molta attenzione! Non male la pizza, che ormai sembrava un vecchio ricordo.
7° Giorno
Di nuovo trascorriamo la giornata a scorazzare tra centri commerciali, anche perché il caldo fuori è asfissiante quindi meglio rifugiarsi in un ambiente climatizzato.Non poteva mancare nella patria dei microchip e componenti elettronici, tutti rigorosamente assemblati in Malesia, un negozio di software, ma stranamente notiamo che è di Software non originale ma masterizzato, dove si può trovare veramente ogni sorta di programma per pc.
La sera abbiamo un appuntamento con Un amico italiano che lavora all’Ambasciata Italiana di KL. Ed eccolo puntuale che ci viene a prendere alla reception, per condurci in un locale di sua conoscenza. Locale rigorosamente italiano, gestito da un ragazzo di soli 26 anni di Latina che qui ha fatto fortuna, aprendo ben 12 locali in Malesia ed uno a Singapore. “MODESTOS” chi è stato a KL, sa bene di ciò che parliamo, un mix tra un ristorante ed una discoteca che alle 22.30 diventa una mega sala da ballo frequentata da migliaia di persone.Vista la persona che ci accompagna e di cui siamo ospiti, c’è riservato un tavolo speciale che domina la sala. Rimaniamo esterrefatti dall’accoglienza riservataci, e scopriremo più tardi, che si trattava di un saluto speciale per l’amico dell’ambasciata che ci accompagnava che da cinque anni risiedeva qui a Kl e che ora si trasferiva altrove. Sorprendente lo spirito di corpo che vi è tra gli italiani all’estero. Dopo una serata allegra eccoci di nuovo di ritorno in albergo …e buona notte.
8° Giorno
Trasferimento all’aeroporto per la nostra prossima destinazione “Kota Baru”. Tre ore di volo ed eccoci arrivati, dove ci attende un pulmino che ci condurrà verso un piccolo molo che raggiungiamo dopo altre tre ore d’auto.C’imbarchiamo su di una piccola imbarcazione che ci porterà all’isola di “Perhentiane”.
Un’ora di navigazione e finalmente giungiamo a destinazione.Rimaniamo incantati dalla straordinaria bellezza dell’isola che per certi aspetti supera notevolmente le Maldive e Seyschelles. C’è assegnato un bungalow fronte spiaggia (un incanto).Qui trascorreremo altri sette indimenticabili.
Curioso …qui gli abitanti dell’isola vicina, veramente pochi, attendono in spiaggia per fare servizio di “TAXI” con sole 15.000 lire ci accompagnano in spiagge nascoste e deserte per poi rivenirci a a prendere la sera.
La prima cosa che facciamo una volta arrivati sull’isola è cercare il DIVING. E subito la mattina seguente eccoci con Bombole ed erogatori in spalla per visitare questo tratto di mare.Le immersioni sono abbastanza agevoli, di fatti sarà sufficiente un’oretta di barca per raggiungere bei punti più belli, in cui non mancano, per fortuna, incontri con squali pinna bianca, tartarughe, e anche in una sola occasione uno squalo balena.
E cosi si susseguono le giornate, trascorse per metà sotto la superficie del mare e per la rimanente metà su qualche spiaggetta isolata. L’isola è completamente disabitata con solo tre piccolo resort su altrettante rispettive spiagge.Niente strade, auto, negozi, nulla di nulla, solo mare e sole ….INDIMENTICABILE!!!!.
Purtroppo ecco arrivare il nostro ultimo giorno di mare e molto tristemente dobbiamo abbandonare con un’imbarcazione l’isola per poi affrontare ventitré ore consecutive di viaggio. Tanto è il tempo totale necessario per arrivare a Roma da questo paradiso
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