Questa volta non si tratta di musica, né di film, né di telefonia su Ip, bensì di televisione i cui contenuti sono ora fruibili grazie a dei software che permettono di condividere via web i programmi dei network tv stranieri che trasmettono anche in streaming.
Poca cosa, potrebbe dire qualcuno pensando che esistono gia’ moltissime emittenti Tv fruibili via etere o via satellite Ma in Italia si sta sviluppando un acceso dibattito sul fatto che i contenuti ritrasmessi dalle web tv siano o meno legali.
Questo perche’ molti eventi sportivi sono seguitissimi anche all’estero. In Cina esistono emittenti, come Cctv-5 e Guangdong Sports, che trasmettono il basket Nba, la Champions League e perfino le partite della Serie A italiana e quindi gli sportivi, e in particolare i numerosi appassionati del calcio in italia, collegandosi tramite Internet a server in diverse parti del mondo possono guardare gratis, in chiaro, le partite di calcio di coppa e di campionato.
I responsabili della community italiana di Coolstreaming e moltissimi utenti e navigatori sostengono che la visione delle partite di calcio gratis avvenga in modo perfettamente legale. Infatti fuori dai confini italiani, e in particolare in oriente, le maglie del copyright sono piu’ larghe e, esistendo la possibilita’ di collegarsi tramite Internet a server in diverse parti del mondo, nessuno vieta di assistere alle trasmissioni estere di quegli eventi sportivi che qui sono a pagamento.
Di diverso avviso sono i responsabili di Sky, la tv satellitare a pagamento italiana. La Guardia di Finanza di Milano, su richiesta dei magistrati, ha provveduto, il 30 gennaio scorso, al sequestro di due siti italiani che proponevano agli utenti peer-to-peer la possibilità di visionare lo streaming di molte partite di calcio. L’operazione e’ nata da una querela della stessa SKY che risale all’ottobre 2005, nella quale l’azienda lamentava la riproposizione di propri materiali, che il magistrato considera coperti dal diritto d’autore, al di fuori degli accordi di licenza. Da qui l’accusa ai due gestori dei siti di aver violato l’articolo 171 della legge sul diritto d’autore.
Nell’acceso dibatitto su cosa sia legale e cosa non lo sia si inserisce quella che molti ritengono essere una nuova, insopportabile forma di censura: il blocco degli Ip da parte dei provider per evitare che gli utenti si connettano direttamente ai server che trasmettono eventi sportivi. Questa procedura e’ stata adottata fino ad oggi a garanzia del cittadino, e opportunamente, per bloccare l’accesso a siti pedopornografici non localizzati in Italia e i cui gestori non sono quindi perseguibili. Il fatto che questo blocco venga messo in atto per difendere gli interessi delle aziende televisive che detengono i diritti sul calcio non puo’ che essere percepito dagli utenti della Rete come una limitazione alla loro possibilita’ di scelta.
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