Facebook è il social network più usato al mondo, con oltre 2,8 miliardi di utenti attivi al mese. Tra le tante funzionalità che offre, c’è anche quella di condividere notizie, informazioni e opinioni con i propri amici e contatti. Tuttavia, non sempre ciò che circola su Facebook è veritiero o affidabile. Spesso, infatti, si diffondono delle bufale, ovvero delle false notizie o informazioni che hanno lo scopo di ingannare, manipolare o creare allarme tra gli utenti.
Una delle bufale più ricorrenti riguarda la privacy e la sicurezza dei dati personali degli utenti di Facebook. Si tratta di dei messaggi che invitano a copiare e incollare un testo sul proprio profilo per impedire a Facebook di usare i propri dati personali senza il consenso dell’utente. Questi messaggi sono spesso accompagnati da frasi come “è l’ultima possibilità” o “è obbligatorio” o “se non lo fai, accetti implicitamente le nuove condizioni di Facebook”. Alcuni esempi di questi messaggi sono:
– Non autorizzo Facebook o nessuna entità associata a Facebook a utilizzare le mie foto, le informazioni, i messaggi o i post, sia passati che futuri. Con questa dichiarazione, avverto Facebook che è severamente vietato divulgare, copiare, distribuire o intraprendere qualsiasi altra azione contro di me in base a questo profilo e/o ai suoi contenuti.
– Oggi è l’ultima possibilità per impedire a Facebook di usare i tuoi dati personali. Copia e incolla questo messaggio sul tuo profilo se non vuoi che Facebook usi le tue foto, i tuoi post e le tue informazioni private.
– In risposta alle nuove linee guida di Facebook, dichiaro qui che non autorizzo Facebook a usare i miei dati personali per qualsiasi scopo. Se non pubblichi una dichiarazione almeno una volta, acconsentirai tacitamente all’uso dei tuoi dati da parte di Facebook.
Questi messaggi sono tutti falsi e non hanno alcun valore legale. Non servono a proteggere la propria privacy o a impedire a Facebook di usare i propri dati personali. Infatti, quando si crea un account su Facebook, si accettano le condizioni d’uso e la politica sulla privacy del social network, che regolano il rapporto tra l’utente e Facebook e stabiliscono come vengono trattati i dati personali. Queste condizioni possono essere modificate da Facebook in qualsiasi momento, ma devono essere comunicate agli utenti e richiedere il loro consenso esplicito. Inoltre, gli utenti possono sempre modificare le proprie impostazioni sulla privacy per controllare quali informazioni condividere e con chi.
Quindi, perché si diffondono queste bufale? Quali sono le loro conseguenze? E come riconoscerle e contrastarle?
Le possibili motivazioni di chi crea e diffonde queste bufale sono diverse: può trattarsi di semplice ignoranza, di voglia di attirare l’attenzione, di intenzioni malevole o di fini politici o economici. Ad esempio, alcune bufale possono essere create per danneggiare la reputazione di una persona o di un’organizzazione, per influenzare l’opinione pubblica su una questione controversa, per generare traffico su siti web poco affidabili o per ottenere dati sensibili degli utenti.
Le conseguenze di queste bufale possono essere gravi: possono creare confusione, disinformazione, paura o rabbia tra gli utenti; possono danneggiare la fiducia nelle fonti ufficiali o nelle istituzioni; possono compromettere la sicurezza dei dati personali o la protezione dei diritti; possono favorire il diffondersi di pregiudizi, stereotipi o discriminazioni; possono minare il dialogo civile e il rispetto reciproco.
Per riconoscere e contrastare queste bufale è necessario adottare un atteggiamento critico e responsabile verso le informazioni che si ricevono e si diffondono su Facebook.
Alcuni consigli utili sono:
– Verificare la fonte: controllare chi ha pubblicato il messaggio, se si tratta di una persona o di una pagina affidabile, se ha delle credenziali o delle referenze, se ha un profilo completo e verificato.
– Verificare il contenuto: controllare se il messaggio è coerente, logico, chiaro e ben scritto, se contiene dei dati o delle prove, se cita delle fonti autorevoli o ufficiali, se è aggiornato e attuale.
– Verificare la forma: controllare se il messaggio ha un tono emotivo, allarmistico o provocatorio, se usa delle maiuscole, dei punti esclamativi o dei simboli, se contiene degli errori ortografici o grammaticali, se ha un aspetto professionale o amatoriale.
– Confrontare con altre fonti: cercare su internet o su altri social network se il messaggio è stato riportato o confermato da altre fonti affidabili o ufficiali, se ci sono delle smentite o dei chiarimenti, se ci sono delle opinioni diverse o contrastanti.
– Non condividere senza verificare: evitare di diffondere il messaggio senza averlo prima verificato, anche se proviene da una persona di fiducia o da una pagina popolare, anche se sembra interessante o importante, anche se si vuole aiutare o avvisare gli altri.
In conclusione, le bufale di Facebook sono un fenomeno diffuso e pericoloso, che richiede una maggiore consapevolezza e una maggiore educazione da parte degli utenti. Solo così si potrà garantire una maggiore qualità dell’informazione e una maggiore sicurezza dei dati personali su Facebook.