Le catene bufala di Facebook

 

Facebook è il social network più usato al mondo, con oltre 2,8 miliardi di utenti attivi al mese. Tra le tante funzionalità che offre, c’è anche quella di condividere notizie, informazioni e opinioni con i propri amici e contatti. Tuttavia, non sempre ciò che circola su Facebook è veritiero o affidabile. Spesso, infatti, si diffondono delle bufale, ovvero delle false notizie o informazioni che hanno lo scopo di ingannare, manipolare o creare allarme tra gli utenti.

bufale di facebook

Una delle bufale più ricorrenti riguarda la privacy e la sicurezza dei dati personali degli utenti di Facebook. Si tratta di dei messaggi che invitano a copiare e incollare un testo sul proprio profilo per impedire a Facebook di usare i propri dati personali senza il consenso dell’utente. Questi messaggi sono spesso accompagnati da frasi come “è l’ultima possibilità” o “è obbligatorio” o “se non lo fai, accetti implicitamente le nuove condizioni di Facebook”. Alcuni esempi di questi messaggi sono:

Non autorizzo Facebook o nessuna entità associata a Facebook a utilizzare le mie foto, le informazioni, i messaggi o i post, sia passati che futuri. Con questa dichiarazione, avverto Facebook che è severamente vietato divulgare, copiare, distribuire o intraprendere qualsiasi altra azione contro di me in base a questo profilo e/o ai suoi contenuti.

Oggi è l’ultima possibilità per impedire a Facebook di usare i tuoi dati personali. Copia e incolla questo messaggio sul tuo profilo se non vuoi che Facebook usi le tue foto, i tuoi post e le tue informazioni private.

In risposta alle nuove linee guida di Facebook, dichiaro qui che non autorizzo Facebook a usare i miei dati personali per qualsiasi scopo. Se non pubblichi una dichiarazione almeno una volta, acconsentirai tacitamente all’uso dei tuoi dati da parte di Facebook.

Questi messaggi sono tutti falsi e non hanno alcun valore legale. Non servono a proteggere la propria privacy o a impedire a Facebook di usare i propri dati personali. Infatti, quando si crea un account su Facebook, si accettano le condizioni d’uso e la politica sulla privacy del social network, che regolano il rapporto tra l’utente e Facebook e stabiliscono come vengono trattati i dati personali. Queste condizioni possono essere modificate da Facebook in qualsiasi momento, ma devono essere comunicate agli utenti e richiedere il loro consenso esplicito. Inoltre, gli utenti possono sempre modificare le proprie impostazioni sulla privacy per controllare quali informazioni condividere e con chi.

L’ultima bufala spiegata a un’amica
di Stefano Fratini


Carissima, voglio perdere un po’ più di 5 minuti per provare a spiegarti, in piena amicizia e senza polemica. Solo per provare ad insegnarti, sperando che magari possa servire anche a qualcun altro.

Punto primo: un post annegato in una bacheca tra una foto del gatto e la ricetta dell’ossobuco non ha e non può avere alcun valore legale e quindi, anche se il problema esistesse davvero, sarebbe completamente inutile. E questo già basterebbe ad esaurire la questione. Ma non basta, invece. Proviamo ad analizzare punto per punto il post (prendo il più diffuso, perché ce ne sono diverse versioni).

Anch’io sto disattivando!
Disattivando cosa? Non c’è nessuna disattivazione. Già il post parte con una sciocchezza.
Così ora lo stanno facendo, appena annunciato su Channel 4 News.
Che sarebbe questa Channel 4 News di cui tu ignori l’esistenza e a cui attribuisci questo fondamentale ruolo di fonte affidabile?

Puoi fare un’opt-out facendo questo.
Che cos’ è questo opt-out di cui ignori il significato?

Tieni il dito su questo messaggio e copialo. Non si può condividere.
Perché questo? Il messaggio si può condividere ma il problema (per questo lo scrivono) è che se un utente elimina il post vengono automaticamente eliminate anche tutte le condivisioni e
questo ostacola la diffusione a tappeto della bufala.

Non do il permesso a Facebook di addebitare 4,99 dollari al mese sul mio account
Come farebbe Facebook ad addebitarti questa cifra senza il tuo permesso e senza avere le tue coordinate bancarie?

tutte le mie foto sono di mia proprietà e NON di Facebook!
Le foto sono di tua proprietà ma iscrivendoti a Facebook ne hai delegato la gestione. E comunque Facebook non ha e non avrà mai alcun interesse ad usare le foto del tuo gatto o della tua torta di compleanno

Un ringraziamento speciale a Larry per questo consiglio legale… e a Tim Barker per aver pubblicato queste informazioni
Ah, ah, e chi diavolo sono questi due fantomatici personaggi?

A causa del fatto che tutti stanno lentamente venendo dirottati, sì dirottati non hackerati, stanno dirottando i nostri account, ora ancora di più.
Frase che non significa nulla e nessuno sta dirottando gli account
Giusto in caso di avviso: un avvocato ci ha consigliato di postare questo.
Se un avvocato avesse dato questo consiglio dovrebbe essere radiato dall’albo

NOTA: Facebook Meta è ora un ente pubblico
Questa è la cosa che mi fa più ridere. Facebook un ente pubblico? Ma quando mai. Una specie di Inps?

Tocca il dito ovunque nel campo vuoto. Clicca incolla. Questo aggiorna il sistema.
Ma quando mai? Un copia e incolla su una bacheca potrà mai aggiornare un programma informatico?

In un’altra versione all’inizio c’è “il mio è diventato blu”
Come i puffi 😂😂😂

Quindi, perché si diffondono queste bufale? Quali sono le loro conseguenze? E come riconoscerle e contrastarle?

Le possibili motivazioni di chi crea e diffonde queste bufale sono diverse: può trattarsi di semplice ignoranza, di voglia di attirare l’attenzione, di intenzioni malevole o di fini politici o economici. Ad esempio, alcune bufale possono essere create per danneggiare la reputazione di una persona o di un’organizzazione, per influenzare l’opinione pubblica su una questione controversa, per generare traffico su siti web poco affidabili o per ottenere dati sensibili degli utenti.

Le conseguenze di queste bufale possono essere gravi: possono creare confusione, disinformazione, paura o rabbia tra gli utenti; possono danneggiare la fiducia nelle fonti ufficiali o nelle istituzioni; possono compromettere la sicurezza dei dati personali o la protezione dei diritti; possono favorire il diffondersi di pregiudizi, stereotipi o discriminazioni; possono minare il dialogo civile e il rispetto reciproco.

Per riconoscere e contrastare queste bufale è necessario adottare un atteggiamento critico e responsabile verso le informazioni che si ricevono e si diffondono su Facebook.

Alcuni consigli utili sono:

Verificare la fonte: controllare chi ha pubblicato il messaggio, se si tratta di una persona o di una pagina affidabile, se ha delle credenziali o delle referenze, se ha un profilo completo e verificato.

Verificare il contenuto: controllare se il messaggio è coerente, logico, chiaro e ben scritto, se contiene dei dati o delle prove, se cita delle fonti autorevoli o ufficiali, se è aggiornato e attuale.

Verificare la forma: controllare se il messaggio ha un tono emotivo, allarmistico o provocatorio, se usa delle maiuscole, dei punti esclamativi o dei simboli, se contiene degli errori ortografici o grammaticali, se ha un aspetto professionale o amatoriale.

Confrontare con altre fonti: cercare su internet o su altri social network se il messaggio è stato riportato o confermato da altre fonti affidabili o ufficiali, se ci sono delle smentite o dei chiarimenti, se ci sono delle opinioni diverse o contrastanti.

Non condividere senza verificare: evitare di diffondere il messaggio senza averlo prima verificato, anche se proviene da una persona di fiducia o da una pagina popolare, anche se sembra interessante o importante, anche se si vuole aiutare o avvisare gli altri.

In conclusione, le bufale di Facebook sono un fenomeno diffuso e pericoloso, che richiede una maggiore consapevolezza e una maggiore educazione da parte degli utenti. Solo così si potrà garantire una maggiore qualità dell’informazione e una maggiore sicurezza dei dati personali su Facebook.